Frena il Sud d’Italia ma anche il Centro Nord fatica, dove Lombardia spicca ma soffre rispetto alle altre macro-aree europee. E’ quanto emerge dallo studio “L’Economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali”, elaborato dal centro studi della sede di Milano della Banca d’Italia, dove e’ stato presentato questa mattina. Nel primo semestre del 2019 la dinamica del Pil, pur rimanendo positiva, ha rallentato in tutte le macroaree del Paese. La tendenza al rallentamento si sarebbe confermata nel primo semestre del 2019: rispetto al periodo corrispondente del 2018 l’attivita’ economica sarebbe lievemente aumentata nel Nord Est e nel Centro, si sarebbe confermata stabile nel Nord Ovest e avrebbe mostrato un lieve calo nel Mezzogiorno. Stando all’indagine si amplia quindi il divario di crescita tra le regioni meridionali e il Centro Nord, che hanno retto meglio la crisi dei debiti sovrani, iniziata tra il 2017 e il 2018, seppure l’impatto sia stato generalizzato e l’intero Paese stenta a riprendersi. Il Pil risulta ancora circa dieci punti percentuali inferiore a quello del 2007 nel Mezzogiorno e di quasi tre nel Centro Nord.
Come spiega Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede di Milano della Banca d’Italia, la Lombardia esce dal rapporto come una regione italiana forte, rispetto alle altre regioni italiane, ma nel confronto con quelle europee, la sua forza si indebolisce. Piu’ in generale permane infatti un ritardo delle aree piu’ industrializzate dell’Italia rispetto alle altre maggiori economie dell’area dell’euro per la negativa dinamica della produttivita’. “Tra il 2007 e il 2017, il Pil a livello nazionale ha avuto una flessione del 5,2% a causa della crisi dei debiti sovrani, con un calo piu’ marcato nelle regioni del Sud- rileva Sopranzetti, precisando che nel decennio “il pil del Molise ha segnato un -20%, la Sicilia il -13,2%, la Puglia il -7,9%, mentre la Lombardia l’ 1,7% , la provincia autonoma di Bolzano il 9,0% e la provincia automa di Trento lo 0,6%”. La Lombardia, precisa, “ha avuto il risultato piu’ positivo, anche se si riduce nel paragone europeo. Per Sopranzetti osserva che i dati che fanno capire quanto siano diversificate le economie delle regioni italiane. Da qui l’importanza delle analisi economici dei territori locali, per capire le peculiarita’, gli elementi di gap e i fattori di successo per capire come poter trasformare le debolezze in punti di forza”.
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