Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sbarchi in aumento perché il governo vuole cancellare decreto sicurezza? “No, non vedo questo collegamento –ha affermato Martello-. Il problema fondamentale è che gli sbarchi ci sono sempre stati e continuano ad esserci. Quando c’è maltempo questi li fanno partire e li fanno morire. E’ insopportabile che ancora oggi questo traffico continua ad esserci senza che ci sia un intervento serio dell’Europa. Il 90% parte dal confine tra la Libia e la Tunisia. Non è vero che anche adesso fanno aspettare le navi a largo prima di farle sbarcare. Se c’è una nave deve entrare, non c’è niente da fare. Se il porto di Tripoli e quelli libici non sono sicuri, è chiaro che non possano essere riportati lì. Non ho parlato con il ministro Lamorgese, ma con diversi prefetti del Ministero. In questi anni il sistema di accoglienza a Lampedusa è stato completamente cancellato. Ci sono 3-4 operai che tengono viva l’assistenza nell’hotspot. Non è un sistema di un Paese degno, prima il sistema accoglienza era talmente collaudato che neanche ci si faceva più caso quando arrivavano e partivano i migranti. Vorrei che il presidente del Consiglio avesse il coraggio di convocarci, così gli spiegheremmo cosa significa essere terra di frontiera.
L’accordo di Malta? Si parla solo di un tipo di migranti, i rifugiati e non quelli economici. Quelli che sbarcano a Lampedusa, la maggioranza sono migranti economici. Di loro a Malta non si è parlato. Dobbiamo spogliarci tutti dall’appartenenza politica e affrontare il problema migrazioni come Stato e come Europa. Parliamo del global compact, il documento che ha fatto l’Onu, e partiamo da lì. Quando si vota a Bruxelles su determinate risoluzioni e c’è qualcuno che si astiene perché non sa qual è la ricaduta sui porti italiani, vuol dire che c’è uno scollamento tra i cittadini e chi fa politica nelle istituzioni europee. Come sta reagendo Lampedusa? Stiamo diventando il becchino di turno, dobbiamo ratificare le morti che ci sono nel Mediterraneo, non è una bella scena che si dà al mondo. A noi ci arrivano esclusivamente gli insulti, addirittura hanno organizzato una campagna su facebook contro i turisti che vengono a Lampedusa. C’è qualcuno che ha chiesto quanto costavano le casse da morto e che bisognava lasciare i morti in mezzo al mare. Questa è gente squilibrata che non sa più cosa vuole”.
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