“Cio’ che si temeva sta forse per succedere. Il conflitto che Stati Uniti e Iran stanno consumando sul corpo martoriato del popolo iracheno si sta trasformando in conflitto militare”. Cosi’ ha dichiarato l’ong ‘Un ponte per…’ (Upp), ong impegnata in Siria e Iraq, dopo l’attacco statunitense aun convoglio di milizie iraniane e irachene in cui ha perso la vita anche il generale iraniano Qassem Soleimani. L’azione militare all’aeroporto internazionale di Baghdad, si legge nella nota, e’ “un atto irresponsabile tanto piu’ grave perche’ realizzato da un paese che e’ membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Si tratta di un atto, la rappresaglia e l’omicidio mirato, considerato dal diritto internazionale come un crimine di guerra che si gioca sulla pelle del popolo iracheno”. Un crimine che per l’ong “si aggiunge al sostegno dato negli scorsi decenni prima a Saddam nella lunga guerra contro l’Iran, poi alla guerra contro l’Iraq, all’embargo, al caos e alla distruzione determinata nel paese dall’occupazione Usa. Casus belli e’ stato il lancio di razzi su una postazione militare statunitense forse da parte di milizie filo-iraniane, ma comunque non rivendicato e la cui origine non e’ stata individuata. Il regime di Teheran- proseguono i responsabili di Upp- sta intervenendo pesantemente nel processo politico iracheno tentando di determinare la nomina del nuovo Primo ministro dopo che la protesta aveva imposto le dimissioni del precedente governo, ma il movimento di massa gli stava tenendo testa. Se questa escalation non si fermera’- prosegue la nota- l’Iraq precipitera’ nuovamente in un bagno di sangue e verra’ spazzata via la coraggiosa e generosa rivolta dei giovani iracheni che da due mesi occupano le piazze di tutto il paese per chiedere la fine della corruzione, del sistema delle quote settarie introdotto dall’occupazione statunitense e la fine delle interferenze iraniane nella vita politica irachena”.
Proseguono i responsabili di Un ponte per…: “Il presidente Trump, in difficolta’ sul piano interno a causa dell’impeachment, sceglie deliberatamente di buttare benzina sul fuoco convinto che una nuova guerra possa contribuire alla sua rielezione. Certo e’ che la potente lobby bellico-industriale che lo ha sempre appoggiato avra’ un motivo in piu’ per allargare il portafoglio e sostenerlo nella corsa per rimanere alla Casa Bianca”. Infine, l’appello: “Chiediamo al governo italiano e a quelli dell’Unione Europea di condannare quanto accaduto e di dissociarsi apertamente da questa scelta di guerra. L’intera comunita’ internazionale deve operare per fermare l’escalation e chiedere alle forze armate straniere di lasciare l’Iraq”.
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