Gli eventi che ci vedono protagonisti in questi giorni ci invitano a passare piu’ tempo a casa. Quale occasione migliore per mettere mano al proprio guardaroba e lavorare sulla nostra immagine con divertimento e creativita’? Con la primavera alle porte quest’attivita’ di riordino e di ‘self-image consultation’ potrebbe rivelarsi molto piu’ interessante di quello che sembra per diversi motivi: – Chiarisce cosa ci piace e cosa non ci piace del nostro guardaroba esistente e ci aiuta a definire il proprio stile – Permette di ottimizzare il nostro armadio evitando errori su acquisti futuri perche’ non necessari e non in linea con l’immagine che vogliamo trasmettere – Elimina il sentimento di ‘senso di colpa’ ogni volta si notano capi ed accessori mai o raramente indossati ancora presenti – Si risparmia tempo e fatica nella ricerca di outfits primaverili ed estivi da indossare fino a settembre-ottobre – Se l’impresa potrebbe sembrare teutonica in realta’ e’ molto piu’ veloce e facile di quello sembra, basta organizzarsi. Di seguito qualche consiglio per farlo al meglio: 1. Sistemare le sedie presenti nella propria stanza una vicina all’altra perche’ serviranno per posare i capi 2. Ricoprire il letto con un lenzuolo bianco (nel caso in cui le tue lenzuola siano fantasia o di diversi colori) per creare uno sfondo neutro dove poter in seguito appoggiare gli outfits 3. Sistemare uno specchio lungo vicino all’armadio 4. Caricare il proprio smartphone e prendere dei post-it su cui poter scrivere 5. Collezionare tutte le buste di plastica e shopping bag che si hanno in casa di diversa misura e grandezza 6. Organizzarsi con musica di sottofondo, drinks e snacks per farci compagnia.
Una volta che il necessario e’ stato sistemato inizia il divertimento. Esistono diverse tecniche di self-image work, tra cui quello sistematizzato dall’americana Judith Rasband, amministratrice delegata di Conselle Corporation, che vale la pena menzionare perche’ efficiente e logico. Secondo l’autrice il primo passo da fare e’ aprire l’armadio e tutti i cassetti, accessori e make-up inclusi cosi’ da avere una panoramica del contenuto e porsi delle domande come se fossimo detective appena entrati in una scena del crimine. Che cosa deduciamo della persona che possiede tali capi di abbigliamento? 1. Che tipi di tessuti preferisce e possiede? Ha una preferenza nello stile o un colore ricorrente? 2. Come tiene i capi? In ordine, disordine, stirati, spiegazzati, etc. 3. Possiede quante magliette rispetto alle camicie? Pantaloni rispetto alle gonne? Molte cravatte o forse e’ piu’ una persona da polo e felpa? 4. Che tipo di accessori possiede? Tanti, pochi, vistosi? Una volta annotate le proprie deduzioni, domandiamoci: “Questi capi riflettono chi sono oggi, chi voglio diventare e la persona che voglio che gli altri vedano?” Non dimentichiamoci che un lavoro di immagine e stile deve essere armonico e in linea con i propri sogni, ambizioni e personalita’. La seconda fase del ‘self-image consultation’ e’ l’azione. Judith propone di raggruppare i capi d’abbigliamento in 3 gruppi: 1. Gruppo 1 – Capi ed accessori che si amano, ci piacciono e che indossiamo piu’ spesso. 2. Gruppo 2 – Capi ed accessori che non amiamo particolarmente ma che indossiamo comunque perche’ li possediamo e al momento e’ cio’ che abbiamo nell’armadio. In questo gruppo va incluso anche il make-up 3. Gruppo 3 – Capi ed accessori che non indossiamo mai, indipendentemente se ci piacciono o no Nella scelta di raggruppare domandiamoci sempre perche’ abbiamo inserito quel capo nel gruppo 1,2 o 3. Sapere la risposta ci aiutera’ a conoscere i propri gusti e preferenze reali. Non sorprendiamoci nello scoprire che ci possono piacere anche capi di stile completamente opposto al nostro e domandiamoci perche’ ci piacciono entrambi e cosa hanno in comune. Ancora piu’ interessante e’ annotare quali tratti della personalita’, stile e modi di essere rappresenta ciascun capo o nel caso del gruppo 2 e 3 perche’ non ci piacciono piu’. Annotiamo tutto su un foglio di carta.
Non aspettiamoci di conoscere tutte le risposte subito. È un processo che richiede pazienza ma che ci aiuta a scoprire chi vogliamo essere realmente e come apparire. I capi di 3 e 4 anni fa che ancora ci piacciono sono ancora appropriati per la persona che siamo diventata oggi? Una volta completato il lavoro per tutti i gruppi, sarete pronti a lasciare andare i capi non piu’ in linea con la propria personalita’ e li potrete ripiegare nelle buste a cui metterete l’etichetta: ‘via’. Cosa fare con questi vestiti? Si possono vendere e guadagnarci una discreta somma, riutilizzarli per lavori domestici o darli in beneficienza. Ora l’attenzione puo’ essere rivolta al gruppo di vestiti che si vogliono tenere. Incominciate ad analizzarli e a capire se avete un guardaroba in linea con il vostro ruolo lavorativo e con lo stile di vita. Incominciate a creare delle combinazioni di outfits sul letto, scattando delle foto di quelli che vi piacciono cosi’ da poterle ricordare in seguito. Questo lavoro di combinazioni vi aiutera’ a capire se vi mancano delle camicie, pantaloni, gonne, cravatte o accessori e su quali colori e materiali puntare. Vi aiutera’ a sviluppare nuove idee di stile e sperimentare nuovi outfits. Essere consapevoli di cio’ che si ha significa essere consapevoli di cio’ che si e’.
Coronavirus. Consigli per ordinare guardaroba ai tempi di #iorestoacasa
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