Un gruppo di ricercatori dell’Alma Mater di Bologna e dell’Universita’ di Catanzaro ha realizzato una mappa di come il coronavirus si muove all’interno del corpo umano e di come riesce ad attaccare ed espandersi nei polmoni. Uno studio che rappresenta un nuovo passo avanti nell’individuare la cura piu’ efficace al covid-19. “Conoscere gli effetti molecolari di questo virus sulle proteine umane e’ fondamentale per definire strategie farmacologiche efficaci- conferma Federico M. Giorgi, ricercatore dell’Universita’ di Bologna che ha coordinato lo studio- inibire le interazioni che abbiamo evidenziato potrebbe costituire una via terapeutica in grado di limitare gli effetti distruttivi del Sars-CoV2 e di altri coronavirus sulle cellule umane”. L’analisi, pubblicata sulla rivista internazionale ‘Journal of clinical medicine’, ha messo in evidenza sia meccanismi di difesa delle cellule umane, ad esempio per contrastare l’ingresso del virus, sia le strategie usate dal nuovo coronavirus per diffondersi nell’organismo, sfruttando alcune proteine e cellule che favoriscono la sua replicazione. Ad esempio, gli studiosi hanno scoperto che il nuovo coronavirus ha la capacita’ di ridurre l’attivita’ dei mitocondri, ovvero gli organi che permettono la respirazione delle cellule. E’ inoltre in grado di disattivare alcuni meccanismi di difesa cellulare e puo’ incentivare l’aumento della produzione di proteine che favoriscono il metabolismo dell’Rna. Questo favorisce l’azione e la replicazione del virus, il cui genoma e’ appunto composto da un singolo filamento di Rna.
C’e’ poi la proteina ACE2, il cui ruolo nelle infezioni da coronavirus e’ ben noto. Si tratta infatti della proteina che, in sostanza, permette l’ingresso del virus nella cellula. L’analisi mostra che le cellule si difendono dall’attacco diminuendo la presenza di ACE2, ma allo stesso tempo i ricercatori hanno notato che la minore presenza di questa proteina puo’ finire per danneggiare i tessuti polmonari, favorendo cosi’ comunque la diffusione del virus. La cellula ha anche altri metodi di difesa contro l’infezione. La proteina chiamata MCL1, ad esempio, e’ un regolatore della morte cellulare e viene attivata per cercare di fermare l’attacco del virus. In sostanza, per evitare di venire contagiata, la cellula si autodistrugge avviando una serie di reazioni che ne provocano la morte. Altre proteine, invece, come la EEF1A1 vengono ‘spente’ per ridurre la capacita’ del virus di replicarsi. Ma queste difese delle cellule non sembrano essere sufficienti, visto che il Sars-Cov2 sfrutta anche altri meccanismi per diffondersi nell’organismo. “Tutte queste informazioni relative agli effetti del nuovo coronavirus sulle proteine delle cellule umane possono essere fondamentali per indirizzare lo sviluppo di nuove terapie farmacologiche, visto che le comuni terapie antivirali sembrano essere poco efficaci- insiste Giorgi- gli ultimi sviluppi in campo farmaceutico permettono infatti di sviluppare rapidamente nuove molecole, che possono rivelarsi efficaci sia per contrastare l’azione delle proteine del virus sia per rafforzare la risposta delle cellule umane”.
Per il loro studio, i ricercatori dell’Alma Mater di Bologna si sono basati anche su elementi gia’ conosciuti relativi alla famiglia dei coronavirus, che provocano soprattutto malattie respiratorie ed intestinali. Ad oggi si conoscono sette beta-coronavirus in grado di attaccare gli uomini, tra cui anche quelli che provocano la Sars e la Mers. E’ noto che il virus del covid-19 condivide molti tratti con gli altri ‘cugini’, in particolare col virus della Sars. Grazie agli strumenti della cosiddetta bioinformatica, gli scienziati hanno confrontato l’insieme delle interazioni tra il nuovo coronavirus e le cellule umane con le informazioni sul comportamento degli virus della famiglia. “Questo approccio integrato, basato sulle nostre conoscenze degli altri beta-coronavirus e su quanto abbiamo scoperto finora del nuovo coronavirus, ha permesso di identificare i principali fattori che governano l’azione di Sars-CoV2- spiega Giorgi- in questo modo e’ stato possibile generare una mappa che mostra quali proteine vengono attivate, aumentandone la produzione, e quali sono disattivate, diminuendone la quantita’, quando il virus attacca una cellula del sistema respiratorio umano”.
Lascia un commento