La conferma da parte della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, dell’impossibilita’ di riaprire le scuole durante l’anno scolastico in corso e la possibilita’, piu’ che concreta, che la didattica a distanza possa protrarsi anche da settembre sta mettendo in agitazione molte famiglie in tutto il Paese. Da piu’ parti fioccano gruppi piu’ o meno spontanei che chiedono maggiore attenzione per bambini, famiglie e studenti nella gestione dell’emergenza. La lunga lettera di pochi giorni fa, rivolta alla ministra in cui le si chiede di garantire il diritto allo studio perche’ “la didattica a distanza non puo’ sostituire la scuola in presenza” e’ solo una delle tante iniziative in questo senso a cui vanno aggiunti comitati, petizioni e task force provenienti dal territorio che si uniscono al coro. L’assunto che sta mettendo tutti d’accordo e’ sempre lo stesso: La gestione dell’emergenza non deve ricadere solo sulle famiglie e le esigenze di questi ultimi e dei ragazzi non devono essere messe in secondo piano. Per questo, anche nelle sedi istituzionali, cominciano a farsi largo proposte per soluzioni alternative al percorso che sembrava segnato, magari anche prendendo spunto dalle esperienze di altri Paesi europei. Tra queste, la possibilita’ di avviare sperimentazioni di riaperture contingentate e graduali gia’ prima della fine dell’anno scolastico in corso, magari partendo dalle regioni meno coinvolte dall’emergenza. Tante le idee in campo: dalla didattica all’aperto, all’introduzione di specifiche norme educative che rispettino il distanziamento sociale. Il dibattito e’ in corso in queste ore e non e’ escluso che possa portare a delle vere e proprie proposte da presentare, con il sostegno di alcune forze parlamentari, al Governo.
Tra i temi sul tavolo di Esecutivo e Ministero, ovviamente, anche quello relativo alla Maturita’. Se dalla ministra Azzolina sono gia’ arrivate delle aperture sulla possibilita’ di svolgerle in presenza un grande punto interrogativo riguarda colore che la svolgeranno da privatisti che ammonterebbero ad oltre 17mila. La formula attuale degli esami di Stato infatti non contempla le bocciature ma mantiene la valutazione. Cosa che non sara’ possibile prevedere per i privatisti. La soluzione allo studio e’ quindi quella di far sostenere loro l’esame a settembre con una deroga da parte del Ministero del ministero competente che consenta l’iscrizione all’universita’ gia’ dai mesi estivi, prima dello svolgimento dell’esame stesso.
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