“Non ho apprezzato queste previsioni sui contagi zero nelle regioni. E’ un esercizio che abbiamo gia’ visto. Non abbiamo il tempo di esercitarci con la sfera di cristallo”. Cosi’ Sergio Venturi, commissario per l’emergenza coronavirus in Emilia-Romagna, gela gli esperti dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni, che stimavano l’azzeramento dei contagi in Emilia-Romagna a fine maggio. “Non trovo corretto, soprattutto per degli scienziati, esibirsi in previsioni- afferma Venturi, durante la diretta Facebook di oggi- e’ difficile farle, qualcuno ci ha provato. Ma forse sulle Basilicata ci sarei riuscito anch’io, considerato che e’ una regione da 300.000 abitanti ed e’ gia’ a casi zero da due o tre giorni”. Insomma, sferza il commissario dell’Emilia-Romagna, “e’ un esercizio che abbiamo gia’ visto. Nelle settimane scorse mi ero affezionato, solo perche’ e’ la data della Liberazione, alla previsione che ci dava regione covid-free il 25 aprile. Ma mi sembra improbabile”. Quel che e’ certo, invece, e’ che “noi come sempre cerchiamo di lavorare al meglio, tirandoci su le maniche- rivendica Venturi- e siamo sicuri che stiamo facendo del nostro meglio. Non abbiamo il tempo di esercitarci in previsioni da sfera di cristallo. Quando arriveremo ai contagi zero, lo sapremo”. Anzi, secondo il commissario, “in questa fase ci potremo anche accontentare di arrivarci vicino. Non so neanche se l’obiettivo zero sia quello giusto, visto che tutti sanno che dovremo convivere con la malattia e avere qua e la’ ancora qualche caso, fino a quando non avremo un rimedio o il virus sparira’”.
Allo stesso modo, bacchetta Venturi, “non ho apprezzato nei giorni scorsi qualcuno che afferma cose che nessuno sa. Ad esempio, chi afferma che ci sara’ una seconda ondata autunnale, minacciando chissa’ quali cataclismi. Non lo so, ma noi comunque ci faremo trovare pronti e siamo fiduciosi che avremo meno sorprese”. Anzi, segnala il commissario emiliano-romagnolo, “in questa fase della malattia il virus ha cambiato un po’ il vestito. All’inizio avevamo persone con il 30% del tessuto alveolare compromesso, oggi no. Sicuramente troviamo persone in una fase iniziale della malattia, ma forse anche il virus e’ un po’ cambiato”, ribadisce Venturi.
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