E’ decisamente un’adozione particolare quella che 24 associazioni hanno fatto rispondendo all’invito del Parco Nazionale della Majella. Realta’ che hanno deciso di prendersi cura di 80 sentieri e percorsi per un totale di circa 367 km, siano essi percorsi per escursionisti, per le mountain bike o ippovie. La testimonianza, sottolinea l’ente, “di un forte legame con il proprio territorio. L’adozione di un sentiero esprime il senso di appartenenza di una cittadinanza attiva che rafforza la custodia e la cura di un patrimonio naturale e culturale unico e sorprendente”. Pulizia dei tracciati e manutenzione della segnaletica quello di cui si occuperanno fino a fine 2020 i volontari, cosi’ da “offrire all’escursionista – sottolinea il Parco – la miglior conoscenza dei luoghi, della cultura tradizionale, dei valori del paesaggio e della biodiversita’”. Aiuti ancor piu’ importanti in un momento in cui il turismo ha bisogno della massima attenzione. Un’iniziativa che si accompagna a quella del protocollo gia’ sottoscritto con il Club Alpino Italiano che ha portato all’attivazione del Gruppo Abruzzo e cioe’ di 10 sezioni locali (Castel di Sangro, Chieti, Fara San Martino, Guardiagrele, Lanciano, Pescara, Popoli, Torre de’ Passeri, Sulmona e Vasto) che si sono prese in carico la gestione di 35 sentieri distribuiti su 195 km. Associazioni e Club Alpino Italiano cureranno quindi circa il 65% di tutta la rete sentieristica presente, “a dimostrazione – sottolinea l’ente Parco – di una vera sinergia per la tutela e la valorizzazione dei luoghi dei pastori, dei briganti e dei santi eremiti”.
A queste attivita’ si aggiunge quella che vede impegnata Legambiente Abruzzo e il Gruppo Abruzzo stesso che promuovono la formazione a 70 potenziali giovani volontari, con il Parco che attende ancora una risposta dal Governo sul Programma di Servizio Civile Universale che vedrebbe operativi 17 Comuni e 34 sedi accoglienza oltre al supporto di 40 partner locali per la tutela delle aree rientranti nelle sue competenze E se purtroppo quest’anno, dopo cinque anni consecutivi, non potranno essere accolti i volontari provenienti da tutt’Italia perche’, sottolinea il direttore Luciano Di Martino, era impossibile “garantire gli standard previsti dalla normativa per l’emergenza epidemiologica”, “il progetto di volontariato, nelle sue varie formulazioni, sta evidenziando l’attenzione ed il legame con la Montagna Madre di tanti giovani, cittadini, e rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, che mettono a disposizione il loro tempo, le loro capacita’ e le loro professionalita’, per la cura del territorio. A loro un particolare ringraziamento personale e del Parco per quanto stanno facendo e faranno – conclude – durante la stagione estiva, anche nella particolare situazione post-emergenziale”.
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