“Il mondo sta combattendo una nuova malattia, ma uno degli strumenti piu’ efficaci per prevenirne la diffusione e’ anche uno dei piu’ basilari. Lavarsi le mani non e’ mai stato cosi’ fondamentale, non solo per combattere il COVID-19, ma anche per prevenire una serie di altre infezioni. Nonostante cio’, a circa 6 mesi dall’inizio della pandemia, le comunita’ piu’ vulnerabili del mondo continuano a non avere accesso a servizi di base per lavarsi le mani. Secondo i nostri ultimi dati, la maggior parte delle persone nei paesi meno sviluppati sono esposte a rischi immediati di contagio di COVID-19 a causa della mancanza di servizi per lavarsi le mani. Nei 60 paesi a piu’ alto rischio, 2 persone su 3 – 1 miliardo di persone in totale – non ha, a casa, servizi di base per lavarsi le mani con acqua e sapone. Circa la meta’ sono bambini. Troppo spesso anche scuole, cliniche, ospedali e altri spazi pubblici non hanno servizi per lavarsi le mani, mettendo a rischio bambini, insegnanti, pazienti e operatori sanitari. A livello globale, 2 strutture sanitarie su 5 non hanno servizi per lavarsi le mani nei punti in cui viene prestata assistenza. È una minaccia che non puo’ essere sopravvalutata”. Cosi’ in una dichiarazione congiunta di Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF e Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’OMS sul lancio dell’iniziativa “Lavaggio delle mani per tutti”.
“Molti di coloro che non hanno accesso a servizi di base per lavare le mani vivono in condizioni sovraffollate e disastrose. Anche prima della pandemia, i bambini e le famiglie affrontavano ostacoli nell’accedere a servizi sanitari e igienici. Ora il grave rischio del COVID-19 rappresenta una minaccia di ulteriori sofferenze e diffusione di questa malattia letale. Se vogliamo controllare il COVID-19, dobbiamo rendere i servizi per l’igiene delle mani accessibili a tutti. Per questo stiamo lanciando una nuova iniziativa globale affinche’ il mondo raggiunga quest’obiettivo: sostenere le comunita’ piu’ vulnerabili con mezzi per proteggere la propria salute e l’ambiente. Stiamo unendo i nostri sforzi con altri partner internazionali, governi nazionali, settore privato e pubblico e organizzazioni della societa’ civile per garantire che siano disponibili prodotti e servizi a prezzi sostenibili, soprattutto nelle aree piu’ svantaggiate, e per promuovere una cultura dell’igiene. I piani sanitari di risposta pubblica e di riapertura dovrebbero prevedere il distanziamento sociale e altre misure di controllo insieme all’igiene delle mani e l’accesso a servizi idrici e igienico-sanitari sicuri, e devono raggiungere le comunita’ piu’ vulnerabili. I nostri team stanno sviluppando piani d’azione completi per i paesi, impegnando risorse umane ed economiche per supportare gli sforzi di implementazione a livello globale e locale. Questi gruppi di lavoro faciliteranno l’apprendimento e lo scambio di informazioni, mentre interlocutori di diversi settori rafforzeranno i programmi per l’igiene e monitoreranno lo stato di progresso globale. I leader e i mobilitatori delle comunita’ forniranno consulenza sulle strategie e si muoveranno per la loro attuazione. Solo insieme possiamo raggiungere il traguardo di un’igiene delle mani universale. Dobbiamo anche ampliare gli investimenti nei servizi idrici e igienico-sanitari e nella prevenzione e nel controllo dei contagi. Chiediamo ai paesi di ampliare, sistematizzare e istituzionalizzare l’igiene delle mani e di impegnarsi a rafforzare ambienti adeguati, a fornire prodotti e servizi vitali e a promuovere attivamente le pratiche igieniche come parte di un pacchetto di azioni che salvano vite umane. La pandemia d COVID-19 ha mostrato una scomoda verita’: troppe persone nel mondo non possono lavarsi le mani, semplicemente. Noi possiamo contribuire a ridurre la diffusione e possiamo prevenire che malattie infettive future seguano lo stesso percorso. Cominciamo dall’assicurare ad ognuno e ovunque l’accesso a strutture di base per lavarsi le mani con acqua pulita e sapone o prodotti a base di alcol a casa, a scuola e nelle strutture sanitarie”.
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