La storia nella musica, o la musica nella storia. Cambia poco. O niente. Perche’ The Wall, il doppio album dei Pink Floyd, e’ da 30 anni nella storia, non solo della musica, legato ad un evento come quello della caduta del muro di Berlino, il sistema di fortificazioni costruito per impedire la libera circolazione tra la parte est della citta’ (sotto il controllo della Repubblica Democratica Tedesca, filosovietica) e la parte Ovest (in mano alla Repubblica Federale). Per il 21 luglio del 1990 Roger Waters, fresco ‘ex’ dei Pink Floyd lasciati nel 1985, organizzo’ in Potsdamer Platz, a Berlino, un concerto mastodontico, in cui esegui’ dal vivo tutto l’album The Wall, il penultimo inciso con i Pink Floyd, una via di mezzo tra l’autobiografico e il ricordo del compianto Syd Barrett. Undicesimo album in studio per i Pink Floyd, si tratta di una opera rock che racconta la storia di Pink, una rockstasr che arriva a costruirsi metaforicamente un muro per isolarsi dal resto del mondo. È la storia di una rockstar, Pink, che, a causa di una serie di traumi causati dalla morte del padre, dalla madre iperprotettiva, dagli insegnanti autoritari e dai tradimenti della moglie, arriva a costruirsi un muro per isolarsi dal resto del mondo.
Intervistato alla trasmissione radiofonica In the Studio with Redbeard, nel luglio del 1989, il bassista sostenne che The Wall si sarebbe potuto eseguire live solo in seguito alla caduta del Muro di Berlino. In qualche modo Waters, e i Pink Floyd, anticiparono il crollo del muro proprio con l’uscita dell’album The Wall, pubblicato 10 anni prima, era il 30 novembre del 1979, e con il successivo tour: i concerti si concludevano proprio con il crollo di un ‘muro’ che divideva band da pubblico. Per questo, pochi mesi dopo, caduto il muro, era novembre del 1989, le intenzioni iniziali di Waters divennero effettive. Esclusa la reunion con i Pink Floyd, avrebbe voluto per l’esibizione artisti come Peter Gabriel, Bruce Springsteen, Eric Clapton, Joe Cocker e Rod Stewart. Che rifiutarono. Ma altri grandi nomi accettarono: furono annunciati Bryan Adams, The Band, Paul Carrack, Thomas Dolby, Marianne Faithfull, James Galway, Jerry Hall, The Hooters, Cyndi Lauper, Ute Lemper, Joni Mitchell, Paddy Moloney, Van Morrison, Sinead O’Connor e gli Scorpions. Era previsto un pubblico di 250mila persone, alla fine furono 350mila. Il concerto viene trasmesso in diretta per due ore in 52 paesi, in Italia ando’ in onda su Canale5, in leggera differita.
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