La Societa’ Italiana di Geologia Ambientale (Sigea) fa un’analisi dei fenomeni alluvionali nelle due Regioni italiane piu’ colpite dal maltempo nell’ultima settimane: la Calabria, con la provincia di Crotone, sul versante ionico, con gravi danni per le consistenti piogge, e ieri la Sardegna con la violenta alluvione che ha messo in ginocchio nella Provincia di Nuoro, sul versante orientale, il Comune di Bitti che piange anche tre vittime. Laura Cadeddu, geologa sarda, osserva: “Si stanno toccando con mano gli effetti della fragilita’ di un territorio mal gestito e governato per quanto riguarda l’assetto idrogeologico. Complessivamente l’occupazione di suolo, l’espansione urbanistica e le opere idrauliche realizzate non sono state attuate secondo una corretta pianificazione geologica, elemento ancora mancante o fortemente carentLa Societa’ Italiana di Geologia Ambientale (Sigea) fa un’analisi dei fenomeni alluvionali nelle due Regioni italiane piu’ colpite dal maltempo nell’ultima settimane: la Calabria, con la provincia di Crotone, sul versante ionico, con gravi danni per le consistenti piogge, e ieri la Sardegna con la violenta alluvione che ha messo in ginocchio nella Provincia di Nuoro,e nella cultura e nei tavoli decisionali. Questa situazione di fragilita’ era comunque ben nota – ha proseguito Cadeddu – e infatti sono stati proposti dalla Regione progetti di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da finanziarsi con il Recovery Fund, all’interno del ‘Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)’. La geologa continua: “Sono interventi di mitigazione del rischio idrogeologico proposti dalla Regione Sardegna, suddivisi in ‘Interventi fondo progettazione’, ‘Interventi ReNDiS cantierabili 12 mesi’, e ‘Interventi Transizione verde’, per un importo complessivo di circa di 193 milioni di euro, che riguardavano in particolare anche la Provincia di Nuoro e il comune di Bitti. Purtroppo, come spesso accade, gli eventi precedono gli interventi. Nel contesto attuale risultano prioritari interventi di mitigazione del rischio accompagnati pero’ da una corretta pianificazione atta a scongiurare l’incremento della pericolosita’ idrogeologica”. Per Cadeddu, “sara’ necessario vigilare e spingere affinche’ questi denari pubblici vengano spesi congruamente alla finalita’ indicata e senza andare invece ad aggravare l’assetto territoriale”.
Crotone e Sardegna in una settimana ma diversi. Massimiliano Fazzini climatologo dell’Universita’ di Camerino, geologo e Coordinatore del Gruppo Cambiamenti Climatici della Societa’ Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), spiega: “Nel breve volgere di una settimana, due alluvioni di magnitudo significativa hanno interessato alcune aree dell’estremo sud peninsulare – citta’ di Crotone – ed alcune aree della Sardegna centro-orientale, provocandovi purtroppo non solo danni a beni immobili e mobili quanto nuove vittime. Da una prima ricostruzione degli eventi, si evince che, nel caso dell’alluvione di Bitti, meglio inquadrabile come un mudflow (una flusso di fango, ndr.) che ha interessato il centro storico della citta’, una colata frammista di fango ed acqua si e’ attivata dai rilievi immediatamente sovrastanti la cittadina in seguito a piogge sicuramente abbondanti – ha dichiarato Fazzini – ma non precisamente quantificabili, vista l’assenza nelle immediate vicinanze di qualsiasi sito di rilevamento pluviometrico. La stazione pluviometrica piu’ vicina, situata a circa 15 km a nord-ovest – quella di Budduso’ – Canalei, ha evidenziato cumulate dalla mezzanotte di ieri e sino alle 17 LT di circa 215 mm mentre la stazione di Villagrande di Strisaili, tra le piu’ piovose dell’intera regione ed epicentro dell’alluvione del 18 novembre ubicata sul versante orientale del massiccio del Gennargentu ha totalizzato nello stesso periodo oltre 315 mm di pioggia”. Il geologo sottolinea che “la dinamica meteorologica e’ molto nota e causa di altri eventi alluvionali che colpiscono sempre piu’ frequentemente il versante orientale dell’Isola: una depressione chiusa centrata ad est delle Isole Baleari ha richiamato aria calda ed instabile da sud est; la componente orografica identificabile nei rilievi organizzati dal Gennargentu verso nord e non distanti dal mare hanno favorito l’innalzamento delle appena citate masse d’aria di origine mediterranea provocando precipitazioni abbondanti e reiterate. Occorre pero sottolineare che durante la disastrosa alluvione del 18 novembre 2013, le cumulate meteoriche totali erano risultate decisamente e piu’ abbondanti – circa 590 mm di pioggia in 30 ore nella prima citata stazione di Villagrande. Considerando che il centro storico della citta’ non ha subito nell’ultimo decennio alcun cambiamento inestensione, sara’ cambiato nel frattempo l’uso del suolo dei versanti sovrastanti l’abitato, sui quali si e’ sviluppato il nefasto fenomeno gravitativo di oggi?”.
Massimiliano Fazzini climatologo dell’Universita’ di Camerino, geologo e Coordinatore del Gruppo Cambiamenti Climatici della Societa’ Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), osserva quindi che “i due casi appena menzionati” di Crotone e della Sardegna “si differenziano notevolmente quanto a condizioni innescanti soprattutto considerando non solo la diversa densita’ abitativa dei due centri piu’ direttamente coinvolti dagli eventi di dissesti idraulico ed idrogeologico ma anche le evidenti differenze morfologiche delle aree interessate dagli eventi. In primis bisogna rammentare che la climatologia delle precipitazioni delle due aree evidenzia che la seconda meta del mese di novembre risulta essere tra i piu’ piovosi se non il piu’ piovoso dell’anno, in virtu’ delle frequenti ciclogenesi che si verificano nel Mediterraneo centro. Occidentale e che beneficiano delle ancora elevate temperature del mare, – sempre piu’ elevate in autunno nell’ultimo decennio”. L’evento alluvionale di Crotone e Corigliano di sabato scorso, 21 novembre, “identificabile, per la prima citta’ citata, con un esteso allagamento cittadino non provocato da esondazioni di corsi d’acqua principali o secondari – ha interessato sia il centro abitato della citta’ sia le immediate periferie di Tufolo, Farina, Trafinello e Margherita. Analizzando la morfologia del territorio- Fazzini- specialmente per cio’ che concerne il centro della citta’, risulta palese che le quote siano prossime e talvolta inferiori al livello medio mare, per cui le notevoli quantita’ di pioggia apportate da una depressione mediterranea chiusa alimentata su suo bordo settentrionale da aria fredda ed instabile polare intermedia – 210 mm caduti in circa 5 ore – non hanno logicamente trovato deflusso verso il mare. Ma allo stesso modo, analizzando il rapporto ISPRA sul consumo di suolo, si evince che, ad esempio, nel solo 2019, il comune di Corigliano Rossano ha impermeabilizzato 15.1 ettari sui 118 di tutta la Calabria”.
Per Massimiliano Fazzini climatologo dell’Universita’ di Camerino, geologo e Coordinatore del Gruppo Cambiamenti Climatici della Societa’ Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), “risulta dunque palese porsi il quesito di quanto abbia pesato” in Calabria, nella Provincia di Crotone, “il progressivo consumo di suolo sulla mancata infiltrazione nel sottosuolo delle acque piovane che, scorrendo in superficie, ingrossano i corsi d’acqua contribuendo alle alluvioni e allegamenti urbani i cui effetti registriamo anche in questo anomalo autunno dal punto di vista meteo-climatologico. Tutto cio’ senza considerare il fattore cementificazione delle aree industriali e commerciali circostanti la citta. Queste evidenze, in un’aera era stata a sua volta gia’ pesantemente colpita dall’alluvione del 14 ottobre 1996 – causata da un estesa pioggia esaoraria di 120-140 mm – associate ad una palese maggiore frequenza di fenomenologie meteoriche di notevole intensita’ e causate dal forcing climatico in atto, vi amplificano esponenzialmente il rischio climatico. E dunque, se nulla si puo’ fare per cambiare la conformazione geologica e geomorfologica, appaiono ormai improcrastinabili gli interventi per una corretta programmazione urbanistica del territorio, nel rispetto delle ‘esigenze della natura’”.
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