Lo stato di emergenza proclamato in Repubblica Centrafricana dal governo per rispondere all’insurrezione dei gruppi ribelli e l’insicurezza generale ostacola il lavoro delle organizzazioni umanitarie, come avverte in una nota Medici con l’Africa – Cuamm, oltre a mettere in pericolo la vita della popolazione. Preoccupano in particolare gli attacchi alle principali vie del commercio e del trasporto, con cui “si colpisce la popolazione stessa. I generi alimentari di base, come la manioca, hanno prezzi piu’ che raddoppiati” riferisce Dario Mariani, responsabile dei Progetti del Cuamm nel paese. Sebbene a Bangui la situazione sia relativamente tranquilla, la sensazione e’ che possa “esplodere da un momento all’altro”. “Non possiamo piu’ bere l’acqua dell’acquedotto. riferisce ancora il medico- perche’ sono terminate le sostanze reagenti che si utilizzano per renderla potabile e non si sa quando arriveranno. Dobbiamo utilizzare solo quella in bottiglia. Se dovessero cominciare a scarseggiare i beni di prima necessita’, si teme che la popolazione possa reagire”. Lunedi’ scorso, ricorda il Cuamm, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) ha denunciato un grande attacco contro la Msr1, la principale via per i rifornimenti e il commercio del paese che unisce la capitale Bangui al porto piu’ vicino, in Camerun. Nell’assalto e’ andato distrutto un convoglio di 30 camion che trasportavano beni di prima necessita’.
Anche Medici con l’Africa Cuamm e’ in attesa di ricevere il rifornimento di materiale di prima necessita’ per il lavoro in ospedale, come i guanti per esempio, che e’ bloccato al confine con il Camerun. Da dicembre, si stima che, al confine con il Camerun, siano stati bloccati circa un migliaio di camion che dovevano far entrare nel paese cibo, medicinali e altri prodotti utili alla popolazione. Mariani prosegue: “Sul lavoro in ospedale, nel Complesso pediatrico, non ci sono grandi cambiamenti. Non arrivano casi di notte, perche’ qui se ti muovi dopo le 18, ti sparano”. Secondo il responsabile preoccupa anche la situazione nel territorio, dove Medici con l’Africa Cuamm e’ impegnato in sei regioni con un progetto di formazione sulla pianificazione e la gestione dei servizi sanitari territoriali, sulla sorveglianza epidemiologica e altri servizi. “Qui tutto si e’ bloccato- avverte il responsabile Paese- abbiamo fatto rientrare i formatori e messo in sicurezza le auto. Stiamo in allerta e monitoriamo, minuto dopo minuto, la situazione, nella speranza che non degeneri”.
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