“La scuola come luogo della conoscenza ma anche della prevenzione, se riusciamo a portare le vaccinazioni agli adolescenti negli istituti”. Cosi’ Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico Vaccinazioni della Societa’ italiana di pediatria (Sip), commenta con la Dire la notizia del via libera dell’americana Food and Drug Administration al vaccino Pfizer-BioNtech per i ragazzi tra i 12 e i 15 anni. Per ora il siero dell’azienda americana-tedesca verra’ somministrato solo agli adolescenti americani, ma si attende l’ok dall’ente regolatorio europeo che sta studiando i dati della sperimentazione. La speranza e’ che anche in Italia da luglio possano essere vaccinati con il siero Pfizer contro il Covid-19 i ragazzi tra i 12 e i 15 anni. “E’ una grande opportunita’ per la fascia di eta’ pediatrica- rimarca Russo- Essere protetti contro il Sars-CoV-2 offre la possibilita’ di proteggere anche le altre fasce di popolazione, oltre che proteggere i bambini contro le conseguenze dell’infezione che sono rare ma ci sono. Il vaccino e’ anche un ulteriore strumento di prevenzione per la riapertura delle scuole in sicurezza- ricorda il pediatra- possiamo quindi beneficiare di questo intervento preventivo per contenere la diffusione del Covid-19 in eta’ pediatrica. Per ora le indicazioni all’uso del vaccino Pfizer-BioNtech, ovvero il via libera, e’ solo dalla Food and Drug Administration per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. Dal mese prossimo ci sara’ un’estensione dell’offerta vaccinale anche al di sotto dei 12 anni. In Europa, invece, dobbiamo ancora attendere l’ok dell’agenzia europea del farmaco e dovremmo investire in risorse sul territorio, perche’ una campagna vaccinale cosi’ importante avra’ bisogno di un modello organizzativo strutturato”.
Se partiamo a luglio con le vaccinazioni degli adolescenti, riusciremo ad arrivare alla protezione dei ragazzi per settembre, prima della riapertura della scuola? Di quanti ragazzi parliamo? “Non avendo ancora l’ok dell’Ema non sappiamo se a luglio saremmo pronti per partire. In ogni caso in due mesi sara’ molto difficile riuscire a vaccinare tutti i bambini- sottolinea il responsabile del Tavolo Vaccinazioni Sip- si sovrappongono anche le vaccinazioni sulle altre fasce di eta’. La somministrazione dovra’ essere, quindi, traslata piu’ avanti, anche per strutturare meglio il modello, magari con una vaccinazione all’interno della scuola. La scuola potra’ diventare non solo uno strumento di cultura e conoscenza, ma anche di prevenzione”. Il genitore potra’ “accompagnare il bambino a scuola e assistere alla vaccinazione del bambino che resta a scuola, all’interno dell’ambiente protetto e con personale qualificato pronto a intervenire se serve”. Lo slittamento della seconda dose oltre 21 giorni, come deciso con il vaccino Pfizer in questi giorni in Italia, rischia di inficiare la protezione anche per il vaccino per gli adolescenti? “Un ritardo di pochi giorni non compromette l’immunita’ se la seconda dose ha valore di richiamo, quindi puo’ essere somministrata con un minimo slittamento. Quello che e’ importante e’ la garanzia che l’intervallo minimo possa dare una risposta adeguata e un’efficacia dell’intervento vaccinale. Il rispetto dell’intervallo tra le due dosi nasce dagli studi che dimostrano che sotto quell’intervallo di tempo non si puo’ andare- conclude Russo- al di sopra bisogna prestare attenzione ed avere studi che possano dimostrare l’efficacia dell’intervento”.
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