È morto oggi Guglielmo Epifani, sindacalista e politico. Ex segretario generale della Cgil, ha guidato la confederazione dal 2002 al 2010, poi da maggio a dicembre 2013 ha ricoperto la carica di segretario del Partito democratico, ha concluso la sua esperienza come parlamentare di Leu.
Nato a Roma il 24 marzo 1950, laureato in Filosofia, guida come prima categoria nel 1979 i poligrafici e i cartai. Viene quindi nominato segretario generale aggiunto da Bruno Trentin. Fu poi il vice di Sergio Cofferati dal 1994 al 2002. È il primo socialista a guidare la Cgil ed è lui a indicare come suo successore la prima donna alla guida della Cgil, Susanna Camusso. Nel suo doppio mandato si confronta con i governi di Silvio Berlusconi e conduce la battaglia a difesa dell’articolo 18. Alla fine della esperienza in corso d’Italia diventa deputato, nel 2013 del Pd, partito di cui viene indicato come reggente. Infine lascia i dem per aderire a Liberi e Uguali e viene eletto deputato. Alla Camera si distingue per il suo impegno sui temi del lavoro.
Il suo ultimo intervento in aula risale al 20 maggio per ricordare l’uccisione di Massimo D’Antona. “Io più rifletto su quella mattinata più penso che siamo in presenza di un atto insieme vile e vigliacco” che ha messo fine a una “vita dedicata allo studio, alla ricerca, all’approfondimento e a trovare le soluzioni”, dice il parlamentare. Epifani ricorda poi del docente universitario la “assoluta mitezza” e il suo essere “uomo di dialogo. D’Antona non ha mai imposto, ha sempre ricercato le soluzioni nel rapporto con gli altri. Un metodo aperto, riformatore e riformista”, sottolinea. Caratteristiche che possono essere riferite allo stesso sindacalista scomparso oggi. Infine, il 27 maggio ha voluto partecipare alla manifestazione degli operai della Whirlpool a piazza Santi Apostoli per assicurare il suo impegno nella ricerca di una soluzione alla vertenza. E in una una breve intervista alla ‘Dire’ Epifani avvertiva che con lo sblocco dei licenziamenti a fine giugno il rischio per i lavoratori di Napoli diventa quello di “essere licenziati subito” con una vertenza che diventa “più drammatica”.
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