Un Piano di riordino della Rete ospedaliera che guarda alla prossimità e che garantisce nei quattro hub principali delle quattro città capoluogo servizi di Dea di II livello, attraverso la costruzione di una rete “omogenea” in cui ogni presidio fa riferimento al suo hub territoriale grazie ad una distribuzione delle competenze, in termini di interventi acuti e cronici, che evita doppioni, punta sulle specializzazioni e prevede riferimenti di assistenza territoriale in tutta la regione, evitando non solo la chiusura dei presidi, ma aumentando i posti letto (circa 20 per ogni Asl per un totale di 4.911: 4014 posti letto per acuti, 624 per la riabilitazione e 273 per la lungodegenza). E’ questo, in sintesi, quanto prevede il Piano approvato oggi dalla Giunta regionale e presentato subito in conferenza stampa a L’Aquila dal presidente della Regione Marco Marsilio, l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì e il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza. E’ stata proprio Verì ad entrare nel merito di un Piano che “aumenta il livello dei nostri presidi”, ha detto. Il primo interrogativo che con Asr e direttori generali delle Asl si è posta, ha quindi spiegato, è stato proprio quello di garantire una sanità di prossimità a tutti gli abruzzesi ed è per questo che anche la Rete Territoriale sarà integrata al quella ospedaliera. “La Rete ospedaliera – ha quindi proseguito entrando nel merito del documento – ha quattro grandi ospedali hub nelle quattro province che avranno funzioni di secondo livello, cosa che noi possiamo garantire solo attraverso un sistema integrato non avendo nelle nostre aziende presidi che possono svolgere esclusivamente questa funzione – ha aggiunto -. Gli ospedali di Teramo e Chieti saranno finalizzati a dare risposta sull’emergenza-urgenza per le malattie cardiologiche; quelli di Pescara e L’Aquila per l’emergenza-urgenza riguardo i grandi traumi. Accanto a questi abbiamo previsto quattro ospedali di Primo Livello che si integrano con gli ospedali hub, in un discorso di hub e spoke”.
“Aggiungiamo poi gli ospedali di base come quello di Ortona, e reiteriamo ancora l’istanza di avere il Punto Nascita a Sulmona: risponde all’esigenza di un territorio molto esteso e anche se oggi ha un numero inferiore di nascite – ha quindi spiegato Verì in riferimento ai parametri del discusso decreto Lorenzin – ha i requisiti strutturali e mi auguro al più presto anche di personale per restare aperto”. Per i presidi di Atessa e Castel di Sangro arriva quindi il riconoscimento di aree disagiate, “dando risposte – ha detto ancora Verì – anche a quei Comuni così da poter raggiungere in termini di tempo-dipendenza l’assistenza adeguata”. Una riorganizzazione che vedrà quindi, ha ribadito, un aumento di posti letto che saranno distribuiti a seconda delle necessità previste dalla stessa Rete. “Abbiamo evitato i doppioni in alcune discipline – ha infatti aggiunto -. Un esempio è quello del presidio di Ortona che doveva chiudere perché non aveva più il pronto soccorso. Ora ce l’ha con una chirurgia altamente specializzata per cui, per aumentare questi posti letto, andremo a togliere alcune discipline che si sposteranno in altri ospedali. Questo vuol dire avere omogeneità di rete”, ha chiosato l’assessore regionale ribadendo la volontà di evitare sprechi attraverso doppioni.
In quest’ottica, quindi, l’ospedale di Guardiagrele diventerà presidio alle dipendenze della Asl di Chieti per cui, in caso di necessità, potrà avere posti letto per patologie acute e croniche, configurando così “un ulteriore elemento di identità”, ha detto ancora Verì. Infine i Pta di Tagliacozzo e Pescina: “oggi queste due realtà hanno una loro vocazione: Tagliacozzo per la lungodegenza e Pescina per la riabilitazione”. “Questi – ha quindi concluso – sono in linea di massima i contenuti della nuova Rete: contenuti che vanno a finire in percorsi che vanno a definire contesti appropriati, formazione, ma soprattutto una risposta all’emergenza adeguata: una risposta che rispetta i tempi e darà sicurezza a tutti i nostri assistiti”.
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