“C’è un prima e c’è un dopo, per ciascuno di noi; da tredici anni, il 6 aprile porta con sé il segno di una cesura, la distanza tra ciò che c’era prima e ciò che è arrivato dopo, consumatasi in pochi secondi.
C’è un prima e c’è un dopo; pochi secondi sono diventati l’unità di misura del nostro tempo tra ciò che eravamo fino alle 3:32 e ciò che siamo diventati. Inevitabilmente, le nostre vite sono cambiate.
Lo scorrere dei nomi delle 309 vittime, ogni anno, ci riporta ferocemente ad un dolore indicibile, riapre una ferita che non si rimarginerà mai, riunisce la nostra comunità nel ricordo struggente di chi non c’è più ma, da allora, si è fatto presenza costante. Lo scorrere dei nomi delle 309 vittime, ogni anno, ci richiama alle nostre responsabilità, all’impegno di una collettività che è stata chiamata a ricostruirsi, in senso fisico e immateriale, a farlo da sola, assumendo pienamente il peso di una missione.
Ricostruire, per esserci di nuovo.
C’è un prima e c’è un dopo, e la notte del 6 aprile è, per noi tutti, il tempo dei bilanci, di ciò che si è fatto e di ciò che resta ancora da fare.
In questi anni, abbiamo ottenuto risultati straordinari: da L’Aquila è arrivato il monito al Paese affinché ci si doti, finalmente, di una legge organica per affrontare le calamità naturali; mai più improvvisazione, lentezze burocratiche, assenza di certezze, confusione sulla governance: finalmente, stiamo lavorando ad un ‘Codice della ricostruzione’. E’ L’Aquila che parla all’Italia e dice ‘mai più’.
Da L’Aquila è partita la grande sfida di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio abitativo del Paese, con il Dipartimento Casa Italia ed il superbonus 110%: se oggi l’Italia ha finalmente avviato un programma di prevenzione anti-sismica lo deve agli aquilani, al nostro sentirci chiamati ad una missione che non è solo locale, ricostruire la nostra città e i comuni del cratere 2009, ma nazionale.
‘Mai più’.
A guidarci è stata – sempre – la convinzione che la prevenzione è l’unico modo per salvare lo Stato dal disfacimento, anche morale, di essersi assolto per ciò che è accaduto e per onorare quelle vite spezzate la notte del 6 aprile. E’ questa convinzione che ha ispirato il mio lavoro parlamentare, in questi anni.
Tanto resta ancora da fare. Abbiamo ottenuto i fondi per completare i processi di ricostruzione, e così le risorse per la stabilizzazione del personale precario impiegato in questi anni; non solo: abbiamo ottenuto un fondo complementare al Pnrr, l’unica misura verticale assunta dal Governo su uno specifico territorio, 1 miliardo e 780 milioni per i crateri 2009 e 2016 che si aggiungono alle risorse ordinarie del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ una sfida straordinaria, l’ennesima, che chiama ciascuno di noi ad immaginare un sogno nuovo per L’Aquila che, ricostruita, dovrà trovare una sua vocazione definendo una strategia di rilancio e sviluppo economico, sociale e culturale.
L’Aquila nuova, sicura, inclusiva, accogliente, green, capace di nutrire la memoria coltivando, però, un futuro da assicurare ai nostri giovani.
E’ questa la sfida, è questo l’impegno che rinnoviamo nel giorno del ricordo” Questo è il ricordo e l’Intervento della Deputata Stefania Pezzopane, in occasione del 13’ anniversario del terremoto del 6 aprile.
Terremoto, “309 vittime, 13 anni tra ricordo e futuro per L’Aquila”
“C’è un prima e c’è un dopo, per ciascuno di noi; da tredici anni, il 6 aprile porta con sé il segno di una cesura, la distanza tra ciò che c’era prima e ciò che è arrivato dopo, consumatasi in pochi secondi.C’è un prima e c’è un dopo; pochi secondi sono diventati l’unità di misura […]
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