“Il 40-50% di casi di tumore sono prevenibili, dipendono da fattori non genetici. Fumo, alcol e stili di vita non corretti possono causare il cancro. Dobbiamo quindi partire dai ragazzi affinché abbiano consapevolezza sui comportamenti a rischio. L’oncologia è propensa a fare comunicazione e questo è fondamentale perché, come letto nel Piano di Programma contro il cancro 2022-2027, a livello europeo si punta molto sulla prevenzione. Rispetto a prima della pandemia oggi i giovani hanno un atteggiamento diverso verso la malattia, che in passato era considerata qualcosa di lontano. Il Covid li ha fatti cadere in una realtà diversa, visti i contagi in quasi tutte le famiglie, e spinti a una profonda riflessione. Oggi sono più legati alla salute. Se prima il loro tema di rivolta e voglia di cambiamento era magari per l’ambiente, ora c’è più quello dell’ascolto: parlano maggiormente di problemi psicologici e chiedono maggiore attenzione”. Lo afferma Loredana Masseria, responsabile della comunicazione per la Rete Oncologica-ASL Città di Torino, in occasione del Cracking Cancer Forum a Torino. La prima giornata dell’evento, dedicato interamente alla lotta al cancro e a una sua comunicazione positiva, si è tenuta oggi all’Hotel NH Collection Torino Piazza Carlina – Piazza Carlo Emanuele II. Un’iniziativa che ha richiamato numerosi professionisti della salute da tutta Italia, oltre che rappresentanti delle istituzioni. Il Cracking Cancer Forum proseguirà domani nella stessa sede con nuovi seminari e tavole rotonde. “Tre anni fa abbiamo iniziato a collaborare con le scuole e da allora abbiamo lavorato in 5 scuole di Torino e coinvolto 250 studenti – aggiunge Masseria – I ragazzi hanno necessità di essere ascoltati e coinvolti, il processo di service learning che abbiamo iniziato punta a parlare con loro, dargli gli strumenti e poi raccogliere i feedback. Abbiamo fatto lo scorso anno una campagna sul fumo e poi hanno espresso la necessità di conoscere le professioni sanitarie. Utilizzando la comunicazione dobbiamo far capire anche il privilegio di un Servizio Sanitario Nazionale che si occupa di prevenzione”.
Presente oggi tra gli altri anche Alessandro Stecco, Presidente Commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte. “Questo evento, giunto alla sua quarta edizione, è la somma dei contributi della lotta al cancro. La collegialità, l’impegno anche delle istituzioni per un’organizzazione migliore che possa centrare quel motto ‘curare tutti, tutti insieme’, assolutamente fondamentale. Ovvero prendersi carico del paziente, assisterlo e garantirgli un accesso alle cure. Grazie anche a nuove tecnologie e modelli organizzativi oggi si possono colmare i gap esistenti, dovuti magari a carenze di personale o a difficoltà geografiche. La telemedicina o una rete oncologica più performante, attraverso risorse umane e organizzazione, permettono di superare questi limiti. La rete oncologica piemontese è stata la prima a nascere in Italia e ora è una delle più strutturate. L’anno scorso l’abbiamo modificata con un’organizzazione che guardasse non solo all’ospedale ma anche al territorio, al mondo dell’università e della ricerca. Prima i malati di cancro venivano gestiti solo nelle mura dell’ospedale, oggi bisogna pensare anche che buona parte di loro si cronicizza e possono essere seguiti in alcuni casi sul territorio. Dobbiamo identificare sempre di più la casa come luogo di cura del paziente, andare dove possibile a colmare le distanze, avvicinarci al paziente”. Alessandro Stecco ha poi aggiunto: “Il Piemonte ha molti Comuni piccoli, in gran parte in zone montane o collinari, e questo è un aspetto che si ricollega al tema dello screening e della comunicazione. Alla rete oncologica piemontese vengono forniti ogni anno 1,5 milioni di euro, un’attenzione da parte della Regione. La lotta al cancro è un argomento multidisciplinare e complesso ma che si può affrontare mettendo insieme le persone, come è riuscito a fare questo Forum”.
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