Oggi si festeggia la Giornata internazionale della lingua romanì, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale mondiale. Sono solo 16 gli Stati europei che hanno riconosciuto il romanì come lingua minoritaria protetta dalla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie: Austria, Bosnia-Erzegovina, Finlandia, Germania, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina e Ungheria. Per questo, nel 2015, il Consiglio d’Europa riunitosi a Strasburgo invitò tutti gli Stati membri a intensificare gli sforzi per riconoscere, proteggere, promuovere e sviluppare la lingua romanì in Europa. L’Italia è fra i Paesi che ancora mancano all’appello nonostante il popolo rom sia la più importante minoranza etnica del Paese, secondo le stime sarebbero circa 180 mila le persone rom presenti sul territorio, la maggior parte di questi con cittadinanza italiana e residenti in abitazioni. Nei tanto vituperati campi rom, secondo un censimento del 2008, vivrebbero solo 26 mila persone. Anche sul nomadismo del popolo rom ci sarebbero da sfatare molti luoghi comuni, secondo le stime infatti l’85% del popolo romanì italiano non è nomade. Una presenza fissa soprattutto nel Lazio, in Campania, in Lombardia e Calabria. In totale troviamo 11 gruppi: rom, sinti, rom lovari, rudari, khorakhana, kaulja, sufi e camminanti.
Unesco. Giornata Lingua Romanì, “Istituiamola anche in Italia”
Oggi si festeggia la Giornata internazionale della lingua romanì, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale mondiale. Sono solo 16 gli Stati europei che hanno riconosciuto il romanì come lingua minoritaria protetta dalla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie: Austria, Bosnia-Erzegovina, Finlandia, Germania, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina […]
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