Il miele, l’olio, la frutta e gli ortaggi del Parco nazionale della Majella diventano ‘più buoni’ perché per produrli gli agricoltori e gli apicoltori si sono impegnati ad adottare tecniche e comportamenti per favorire la tutela dell’orso, della biodiversità e dell’ecosistema nel quale vive questo grande mammifero simbolo dell’Abruzzo. È questo il senso del marchio ‘Bear Friendly’ che il Parco nazionale della Majella, in collaborazione con il Wwf Italia, ha istituito e che oggi è stato consegnato nel corso di un incontro pubblico ai 20 primi produttori che operano nei Comuni dell’area protetta, applicando specifici disciplinari a favore dell’orso bruno marsicano e del suo habitat. All’incontro hanno preso parte il presidente del Parco Lucio Zazzara, il presidente del Wwf Italia Luciano di Tizio, il direttore del Parco Luciano Di Martino, l’esperta Giovanna Di Domenico e il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. “Lo scopo dell’iniziativa è di evidenziare come il marchio ‘Bear Friendly’ sia un’azione che mira a premiare e dare visibilità a tutti coloro che nella loro attività quotidiana agiscono consapevolmente per evitare situazioni di conflitto con l’orso e applicano volontariamente tecniche di produzione a basso impatto sull’ecosistema – spiegano il Parco nazionale della Majella e il Wwf Abruzzo in una nota -. La convivenza tra orso e uomo, dunque, non solo è possibile ma è fortemente auspicabile perché la presenza di questo mammifero, purtroppo ancora fortemente minacciato, fa bene alla biodiversità e anche all’economia dei territori. Non a caso, un recente studio commissionato nell’ambito del progetto ‘Life Arcprom’, ‘Bentornato Orso gentile’, cofinanziato dall’Unione europea per migliorare la coesistenza uomo-orso attraverso la comunicazione, il dialogo con il territorio e la prevenzione e gestione delle situazioni in cui uomo e orso possono venire in contatto, ha misurato l’impatto economico dell’orso marsicano per il territorio in cui vive rispetto alla sua narrazione positiva sui media: l’orso marsicano, un’icona promozionale del territorio, ha un valore di 9 milioni di euro”.
“L’obiettivo della ricerca è di valutare il ‘servizio ecosistemico culturale’ gratuito offerto dall’orso marsicano, in termini di pubblicità indiretta, ovvero, quel valore ‘commerciale’ generato dai passaggi o citazioni sui principali canali media nazionale e locali in cui si è scritto o parlato di orso marsicano veicolando allo stesso tempo verso potenziali visitatori l’immagine dei parchi e dei territori che lo ospitano – spiegano ancora il Parco nazionale della Majella e il Wwf Abruzzo -. La ricerca ha rilevato oltre 400 tra articoli e video sull’orso marsicano censiti tra il 2015 e il 2020. Essi hanno generato un valore promozionale di pubblicità indiretta stimato in oltre 9 milioni di euro, calcolato per difetto in base ai moduli pubblicitari offerti e ai relativi prezzi di listino. Una cifra – viene sottolineato – a cui corrisponde una pubblicità gratuita che risulta nettamente superiore alle spese sostenute per la gestione del conflitto uomo-orso in termini di prevenzione e indennizzo dei danni economici causati dal plantigrado. La tecnica econometrica utilizzata (Advertising Value Equivalency -AVE) ha permesso di stimare quanto sarebbe costata una campagna pubblicitaria in base allo spazio occupato sulla pagina per la stampa e alla durata delle trasmissioni televisive. Oltre all’enorme beneficio derivato all’immagine, la presenza dell’orso implica un ecosistema sano anche grazie ai numerosi effetti positivi (servizi ecosistemici) svolti da questa specie e il cui valore economico è inestimabile. Il valore ‘commerciale’ dell’orso in termini di ‘Ave’ è soltanto una fetta del reale valore dell’orso e rappresenta il contributo che la specie offre all’economia”.
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