“Da quel 7 febbraio 2020 Patrick Zaki è costretto a vivere in un limbo di sospensione dei suoi diritti della sua vita. Amnesty International continua a chiedere che il processo penale a suo carico – di cui la prossima udienza è il prossimo 28 febbraio – termini presto e bene con una assoluzione e che possa tornare a studiare a Bologna attraverso l’annullamento del divieto di viaggio che gli è stato imposto”. Così dichiara Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty, a margine di un sit-in organizzato davanti l’ambasciata della Repubblica d’Egitto a Roma per denunciare la situazione dello studente e attivista e degli altri detenuti politici nel Paese. Occasione della protesta, il terzo anniversario dell’arresto dello studente dell’Università di Bologna “all’arrivo all’aeroporto del Cairo- ricostruisce Noury- dove era giunto partendo da Bologna dove stava studiando. Sono seguiti 22 mesi di carcere preventivo molto duro, ed è uscito nel dicembre del 2021”. Da allora “è nel limbo di un processo interminabile per un reato inesistente di diffusione di notizie false”. Varie organizzazioni egiziane e internazionali per i diritti umani stimano che siano almeno 60mila i detenuti politici chiusi nelle carceri egiziane in condizioni molto difficili, sui circa 106mila totali stimati dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Sul fenomeno, le autorità del Cairo non hanno diffuso numeri ufficiali.
Egitto. Noury (Amnesty): “Zaki da tre anni nel limbo, sia assolto”
“Da quel 7 febbraio 2020 Patrick Zaki è costretto a vivere in un limbo di sospensione dei suoi diritti della sua vita. Amnesty International continua a chiedere che il processo penale a suo carico – di cui la prossima udienza è il prossimo 28 febbraio – termini presto e bene con una assoluzione e che […]
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