Presidio dei comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona mercoledì 1 marzo, con una manifestazione ‘No Snam’ a Case Pente, contro l’avvio dei lavori propedeutici alla realizzazione della centrale di compressione funzionale al metanodotto Sulmona-Foligno. Sabato 11 marzo, inoltre, è prevista la partecipazione a una manifestazione a Piombino. “Svelato il piano del Governo: il metanodotto Linea Adriatica e la centrale di compressione di Sulmona non servono per assicurare più gas all’Italia, ma per rivenderlo in Europa, cioè per aumentare i profitti dell’Eni e della Snam. Noi lo diciamo da anni, ma il Governo ha sempre negato mentendo sapendo di mentire”, scrivono i comitati in una nota. “L’Abruzzo e le altre regioni dell’Appennino dovranno essere sacrificate per far guadagnare le multinazionali del settore fossile, mentre i costi ricadranno tutti sui cittadini. Anche se il Governo pensa di inserire il progetto Linea Adriatica nel Pnrr, saranno sempre i cittadini italiani a pagarlo. Si tratta, infatti, di denaro a debito che quindi dovrà essere restituito all’Europa; pertanto è ai nostri figli e alle future generazioni che verrà presentato il conto per un’opera devastante e del tutto inutile – si legge ancora nella nota -. Per accelerare i lavori (non più entro il 2027 ma entro il 2026) il Governo pensa a un commissario straordinario, come ha fatto per i rigassificatori di Piombino e di Ravenna. In questi due casi sono stati nominati come commissari i presidenti di Regione. Sarà dunque Marsilio il commissario per la Linea Adriatica? La linea Adriatica si farà con certezza e l’Italia diventerà un hub del gas per l’Europa? Non è proprio così perché ci sono ancora vari problemi da risolvere.
Non c’è ancora il via libera definitivo per la centrale, perché occorre attendere i risultati dei sondaggi archeologici; per il metanodotto Sulmona-Foligno devono ancora essere fatti gli studi sulla sismicità del tracciato; deve essere ancora completato l’iter autorizzativo per il metanodotto Foligno-Sestino e non c’è ancora l’assenso dell’Europa anche perché manca un tassello molto importante: la realizzazione del senso inverso (reverse flow) del gasdotto Tag che dalla Russia arriva a Tarvisio – proseguono ancora i comitati cittadini contrari al metanodotto Snam per la linea Adriatica -. Ma oltre a questi problemi insoluti, ci sono domande alle quali il Governo deve dare risposte: a chi venderà il gas l’Italia? Dove sono i contratti di vendita a lungo termine, visto che i Paesi del nord Europa hanno in gran parte già provveduto a sostituire il gas russo e sono più avanti dell’Italia nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili? Come pensa il governo di realizzare l’hub del gas con le attuali infrastrutture metanifere? Secondo il Governo dovrebbero arrivare da sud altri 9 miliardi di metri cubi di gas dall’Algeria, altri 10 con il raddoppio del Tap dall’Azerbaijan e altri 20 dai rigassificatori, ancora sulla carta, di Gioia Tauro e di Porto Empedocle. In tutto fanno 39 miliardi di metri cubi. Come farebbe tutto questo gas ad arrivare a nord e quindi ad essere esportato, (se la Linea Adriatica, per ammissione di Snam e governo, ha una capacità di 10 miliardi di metri cubi? Pensa forse di realizzare altre “Rete Adriatica”? Noi continuiamo a ritenere che il cosiddetto hub del gas sia un progetto strampalato, senza alcun aggancio con la realtà, fuori da ogni logica e messo in piedi solo per favorire gli interessi delle grandi imprese del settore fossile, delle quali il governo è succube. Perciò continueremo a lottare con tutti i mezzi democratici per impedire che questo disegno sciagurato e letale – concludono i comitati – venga portato a termine”.
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