Nel 2022 la pianura padana aspettava invano l’acqua come una benedizione. Quest’anno, invece, ne ha vista arrivare troppa e tutta insieme, e il 2023 sarà ricordato come l’anno dell’alluvione in Romagna. La conta dei danni non è ancora finita ma da queste parti nessuno si lascia scoraggiare. A testimoniare questa grande impresa di ripartenza collettiva arriva Dopo il fango, il nuovo podcast di Chora Media, scritto da Francesca Milano e realizzato in collaborazione con il Gruppo Hera. Nel corso di cinque episodi di circa 15 minuti, prende forma un audioreportage nei paesi colpiti dalle piogge che racconta cosa resta dopo e come si può ripartire. Alle vicende personali si unisce il contributo di esperti e istituzioni locali per comprendere le cause dell’emergenza e i punti da cui ripartire guardando al futuro. Dopo il fango, nuova serie podcast di Francesca Milano per Chora Media e realizzata in collaborazione con il Gruppo Hera, è disponibile su tutte le app free (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Google Podcast), da lunedì 12 giugno, con un nuovo episodio ogni giorno fino al 16 giugno. La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli. La post produzione e il montaggio sono di Cosma Castellucci e Daniele Marinello. Le registrazioni in presa diretta sono di Francesca Milano. Il fonico di studio è Luca Possi. Il producer è Alex Peverengo. Musiche su licenza di Universal Music Publishing Ricordi Srl e di Machiavelli Music. Di seguito la sinossi dei singoli episodi.
Ep.1 – Un odore mai sentito Come si fa a descrivere un odore mai sentito prima? Ci penso mentre lo respiro camminando per le strade di Selva Malvezzi, uno degli 80 Comuni colpiti dall’alluvione in Romagna. Qui l’acqua stagnante si è impossessata di campi, giardini e case. Non quella di Carol, che per questo motivo è diventata il quartier generale della solidarietà del paese. Qui gli sfollati e i volontari possono trovare pasti, stivali, docce, e risate. Perché in molti in Romagna hanno perso tutto, ma non la voglia di guardare al futuro.
Ep. 2 – Tra le cose da buttare Dopo l’emergenza alluvione, è scattata l’emergenza rifiuti: secondo la Protezione Civile sono quasi 150mila le tonnellate di ingombranti e di Raee raccolti. Sono cucine, lavatrici, culle, divani, librerie, giocattoli, vestiti, frigoriferi, album di fotografie. Sono i ricordi di vite intere, inghiottiti dal fango. Separarsene è un lutto, come raccontano Benedetta, Giovanni e Veronica, che hanno dovuto abbandonare le loro case. Ma il problema non è solo emotivo, è anche gestionale, come racconta Paolo Calani, uno dei responsabili della task force del Gruppo Hera che ha lavorato in prima linea con le istituzioni per il ripristino dei servizi post alluvione.
Ep.3 – Ripartire da un libro Camminare per le strade di Cesena è come guardare il mondo attraverso un filtro di Instagram: qui tutto è ricoperto da una polvere grigia, perfino i segnali stradali nel quartiere Oltre Savio, a dimostrazione del livello raggiunto dall’alluvione. Il fiume, in questa zona non ha risparmiato nessuno, nemmeno l’editore Marzio Casalini, che ha perso 9mila degli 11mila libri presenti nella sede della sua casa editrice ma già pensa al prossimo: sarà un libro fotografico sull’alluvione, realizzato anche con le foto inviate dai cittadini.
Ep.4 – Torneranno le fragole L’alluvione ha messo in ginocchio migliaia di aziende agricole: c’è chi ha perso il raccolto di una intera stagione e chi ha sacrificato i propri campi per salvare i centri abitati. La cooperativa C.A.B. Ter.Ra., per esempio, ha deciso di rompere l’argine del fiume in piena, facendo allagare i propri terreni ed evitando così che l’acqua travolgesse la città di Ravenna. Oggi gli agricoltori contano i danni e sperano negli aiuti economici per ripartire.
Ep.5 – Lo sguardo dritto e aperto nel futuro Spartiti, chitarre, pianoforti. La vita di Vittorio Bonetti ruota da 67 anni attorno alla musica. In Romagna da anni lo conoscono tutti, e anche a livello nazionale ha avuto il suo momento di notorietà quando ha partecipato a un programma musicale in tv. Il giorno dell’alluvione tutti i suoi strumenti sono finiti sott’acqua, e lui e la sua famiglia si sono salvati salendo al primo piano. Dalle finestre, Vittorio ha visto la sua casa venire circondata dal fango, che poi è stato spalato grande ai giovani volontari che sono arrivati in soccorso. A loro, Vittorio dedica una canzone che è un inno alla ripartenza.
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