Si è conclusa la Conferenza Nazionale di Sanità pubblica, tre giorni di convegni e tavole rotonde in cui medici, ricercatori e operatori della salute si sono incontrati per fare il punto sulle novità in tema di prevenzione. Organizzata dalla Società Italiana di Igiene, la Conferenza ha ospitato vari panel e stand, e tra i tanti partner dell’iniziativa anche la statunitense Novavax, presto in arrivo con il proprio vaccino contro il Covid aggiornato alle varianti, un’opzione adiuvata a subunità proteica che potrà essere somministrata da medici di medicina generale e dai farmacisti di tutta Italia. Il personale sanitario si atterrà alle linee guida stilate per l’inizio della campagna vaccinale che prevedono di privilegiare gli over 60 insieme ai pazienti fragili di tutte le età.
A differenza degli altri vaccini a mRNA che hanno accompagnato il mondo durante la pandemia, quello di Novavax si compone della proteina spike del Sars-CoV-2 ricombinante a cui è stato aggiunto un adiuvante, il Matrix-M, ampiamente descritto durante il simposio ‘Covid-19: il vaccino proteico adiuvato come strumento di Sanità Pubblica nella fase endemica’ dalla professoressa Chiara Azzari, immunologa dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. “L’adiuvante è una molecola che serve a produrre quel po’ di infiammazione che innesca la risposta immunitaria- ha detto la docente- Il Matrix-M è fatto di saponina, un estratto di corteccia d’albero. In questo modo si dà il via alla flogosi e si stimola il sistema immunitario, inducendo la produzione di anticorpi che si mantengono elevati per mesi“.
I limitati effetti collaterali di questo vaccino e l’efficacia anche nei soggetti più giovani, dai 12 anni in su, fanno sì che la versione aggiornata per contrastare le varianti di Covid sia somministrabile insieme al farmaco anti-influenzale. Quello che i medici auspicano è un elevato tasso di adesione alla campagna vaccinale. “È importantissimo che i medici di medicina generale, i farmacisti e tutti gli operatori sanitari sottolineino molto bene che questa possibilità di co-somministrare è assolutamente raccomandata da tutte le autorità sanitarie”, ha affermato il professor Paolo Bonanni, docente di Igiene all’Università di Firenze.
“Se tutti saranno in grado, anche grazie al rapporto di fiducia che hanno con i propri assistiti, di far capire che si può fare questa co-somministrazione ed è anche più conveniente dal punto di vista organizzativo, credo che potremo arrivare a delle buone coperture. Ricordo che la vaccinazione viene offerta in maniera gratuita a tutte le persone con malattie croniche, a prescindere dall’età. È importante vaccinarsi se si è in gravidanza, se si è operatori sanitari e se si è conviventi o addetti alla cura e al sostegno di persone fragili, perché in queste situazioni è fondamentale proteggere sé stessi e i propri cari”, ha aggiunto Bonanni.
Tra i principali vantaggi del vaccino aggiornato di Novavax c’è la maggiore facilità nel trasporto e nella conservazione, due fattori che potrebbero incidere sulla diffusione stessa del farmaco. “Tutto ciò che semplifica anche gli aspetti logistici e organizzativi è un beneficio aggiunto– ha sottolineato il professor Giovanni Gabutti a margine del suo intervento al simposio- Inoltre avere a disposizione vaccini di tipologia diversa permette e permetterà di ottimizzare l’intervento preventivo, garantendo a tutta la popolazione un approccio ottimale”.
La fase endemica che stiamo vivendo ha reso la malattia sicuramente meno grave rispetto ai primissimi mesi del 2020, quando il Covid-19 è stato individuato per la prima volta in Italia, ma ciò non vuol dire che ci si può permettere di abbassare la guardia. Il virus continua a mutare, con nuove varianti che subentrano l’una in seguito all’altra. Anche per questo la vaccinazione resta uno strumento di Sanità Pubblica fondamentale. “Solo il ministero della Salute è l’organo autorizzato a dirci quando e come sottoporsi alla vaccinazione, dunque il mio consiglio è: a ogni stagione ascoltiamo le indicazioni delle Istituzioni e comportiamoci di conseguenza. Ogni anno è diverso perché è il virus a essere diverso”, ha concluso la professoressa Azzari.
La prevenzione resta quindi sempre al primo posto se si vuole salvaguardare la propria salute, diventando però ancora più importante quando in ballo non c’è solo il benessere del singolo, ma quello dell’intera comunità.
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