Prevedere le mega-alluvioni si può. A sostenerlo è un gruppo di scienziati coordinati dall’Università tecnica di Vienna, di cui fanno parte anche i ricercatori dell’Alma Mater di Bologna. Il team ha pubblicato un nuovo studio sulla rivista ‘Nature Geoscience’, secondo cui “nel 95,5% dei casi sarebbe stato possibile prevedere la portata degli eventi di piena eccezionali avvenuti in Europa negli scorsi decenni, sulla base di eventi precedenti avvenuti in luoghi idrologicamente simili”. In sostanza, spiega Alberto Montanari, docente del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio, per anticipare le alluvioni basta “osservare quello che succede in altri Paesi e altre regioni del continente europeo. In questo modo possiamo aumentare la consapevolezza del rischio ed essere più preparati ad affrontare questi eventi estremi”. Occorre cioè “guardare oltre la semplice valutazione nazionale del rischio alluvione e condividere le informazioni relative a questi fenomeni a livello continentale e globale”. Le mega-alluvioni sono inondazioni di grandi intensità, che provocano danni enormi e molte vittime. Allo stesso tempo, però, sono anche fenomeni rari e proprio questo li rende difficili da prevedere. Per trovare una soluzione, il gruppo internazionale di ricerca ha allargato lo sguardo al contesto europeo, analizzando le portate di piena osservate su scala continentale dal 1810 al 2021 in 8.000 stazioni di rilevamento. Dai dati è emerso proprio come regioni anche distanti tra loro, ma con caratteristiche idrologiche affini, tendono a produrre eventi di piena eccezionali molto simili.
“Questo è il primo studio che analizza il fenomeno delle mega-alluvioni in modo sistematico su tutto il continente europeo, con l’obiettivo di prevedere possibili eventi di piena eccezionali a partire da casi passati”, rimarca Attilio Castellarin, anche lui tra gli autori della ricerca e docente al Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Alma Mater di Bologna. “In questo modo- spiega- abbiamo mostrato che bacini idrografici che condividono processi simili nella generazione delle alluvioni, inclusi i livelli delle precipitazioni e i percorsi idrologici e di infiltrazione, producono conseguenze simili quando si passa da eventi più ridotti a fenomeni di dimensioni maggiori”. Gli esiti dello studio mostrano infatti che, sulla base di eventi precedenti in luoghi idrologicamente simili, sarebbe stato possibile prevedere la portata del 95,5% delle mega-alluvioni registrate in Europa. E di conseguenza, questo stesso metodo può essere oggi utilizzato per stimare la magnitudo di inondazioni che potrebbero verificarsi in futuro.
Lascia un commento