L’Italia sta diventando un bersaglio sempre più frequente per gli attacchi informatici, con un incremento significativo rispetto al resto del mondo.
Nel corso del 2023, il Paese ha registrato un aumento del 65% negli attacchi informatici di grave entità, una percentuale ben superiore all’incremento del 12% osservato a livello globale. Più della metà di questi attacchi ha provocato danni di criticità alta o critica. In un contesto di tensioni internazionali, gli attacchi di hacktivism, ovvero quelli motivati da ragioni politiche, sociali o religiose, sono quasi triplicati su scala mondiale, con il 47% di essi mirati specificamente all’Italia. Questi sono i dati emersi dal rapporto annuale pubblicato dall’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (Clusit).
Nell’ultimo anno, il settore più colpito è stato quello governativo e militare, che ha subito il 19% degli attacchi, marcando un incremento del 50% rispetto al 2022. Al secondo posto troviamo il settore manifatturiero, che ha subito il 13% degli attacchi, con un aumento del 17% rispetto all’anno precedente. Secondo gli autori del rapporto, è particolarmente notevole che un quarto degli attacchi globali al settore manifatturiero abbia avuto come bersaglio le realtà italiane.
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