G7 e clima: in Italia, 5 centrali a carbone di cui 4 ancora attive

In Italia ci sono cinque centrali a carbone. Tre sono dell’Enel: Brindisi, Civitavecchia e Portovesme (Carbonia-Iglesias). Una è di A2A a Monfalcone (Gorizia), l’altra di EP Produzione a Fiume Santo (Sassari).
Quattro sono in funzione, una è in corso di conversione a gas (Monfalcone). Le caratteristiche le spiega nel dettaglio Assocarboni: Centrale di Brindisi Sud di proprietà Enel, composta da 3 unità ciascuna con potenza elettrica lorda di 660 MW.
Centrale di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) di proprietà Enel, composta da 3 unità ciascuna con potenza elettrica lorda di 660 MW.
Centrale del Sulcis Portovesme di proprietà Enel, composta da 2 unità con potenza elettrica lorda rispettivamente di 280 MW e 210 MW.
Centrale friulana di Monfalcone, di proprietà di A2A composta da 2 unità con potenza elettrica rispettivamente di 165 e 171 MW. Centrale di Fiume Santo di proprietà di EP Produzione, composta da 2 unità con potenza elettrica lorda complessiva di 640 MW.
Come dichiarato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a Politico.eu, l’Italia è più avanti degli altri Paesi nella chiusura delle centrali elettriche a carbone. “Siamo pronti a chiudere completamente, in brevissimo tempo, le nostre centrali a carbone, che sono la principale fonte di emissioni”, ha affermato. “Noi siamo pronti. La domanda è: sono tutti pronti?”, ha detto Pichetto , sottolineando che gli impianti verranno chiusi al più tardi nel 2025, a parte la Sardegna che ha una situazione particolare. Senza la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente, ha aggiunto, gli impianti a carbone sarebbero stati chiusi l’anno scorso.