La Fondazione del gruppo Otb ha stanziato 100mila euro per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne sfregiate indiane e dei loro figli. Lo fa sapere l’organizzazione in una nota, annunciando il sostegno di Otb all’organizzazione filantropica Hothur Foundation e il suo progetto Victory over violence.
Si tratta di un programma di reinserimento sociale per le donne indiane sopravvissute ad attacchi con acido non solo attraverso il finanziamento dei loro interventi chirurgici – molteplici e costosi per ogni vittima – ma anche dando supporto psicologico e sostenendo la formazione lavorativa delle vittime.
L’iniziativa si rivolge anche ai figli delle sopravvissute, qualora ci fossero, che hanno bisogno di aiuto per l’istruzione. “Nonostante le donne in India siano riuscite a ricoprire cariche istituzionali importanti già dagli anni ’60”, Otb osserva come la popolazione femminile indiana continui a “subire ogni genere di violenza, ma tra tutte emergono gli attacchi con l’acido che colpiscono donne appartenenti a qualsiasi classe sociale, casta, credo e religione”.
Kulsum Shadab Wahab, ceo di Hothur foudation, commenta: “L’acido solforico è un’arma, non richiede un diretto contatto fisico da parte dell’aggressore, è corrosivo, penetra fino alle ossa danneggiando muscoli e provoca gravi danni funzionali; la cosa assurda è che si può comprare senza prescrizioni, in totale tranquillità a un prezzo bassissimo”. Arianna Alessi, vice presidente della Fondazione Otb, aggiunge: “Qualsiasi donna può essere vittima di questa violenza maschile che consiste nello sfregiare il viso o il corpo con l’acido; un reato premeditato che mutila in maniera permanente la donna e viene utilizzato dall’uomo come lezione e vendetta”.
Arianna Alessi di Otb continua: “Il fattore scatenante è spesso il rifiuto, causato per esempio dal fatto che la donna non ha accettato una proposta di matrimonio oppure perché ha chiesto il divorzio”. Alessi denuncia che in India “non esiste un sistema completo di registrazione delle ustioni, infatti, i dati recentemente registrati sono una summa di varie fonti, come le agenzie indipendenti, piccole comunità, ospedali, le vittime, comunità femminili, unità di banca della pelle. Tutti questi casi portano a stimare un valore di almeno 450 casi in tutta l’India, ma il numero effettivo potrebbe superare il migliaio di casi”.
La Fondazione Otb cita la storia di Gayathri: la sua storia di resilienza inizia ai tempi dell’università quando era una giovane e brillante studentezza che subiva ossessive avances da un ragazzo. L’aggressione con l’acido arriva però quando il padre della giovane rifiuta la proposta di matrimonio giunta dall’uomo, seguendo la volontà della figlia. Non solo, la colpirà più volte con un coltello lasciandola gravemente ferita. Da allora, riferisce la Fondazione Otb, oltre ai problemi di salute fisica e psicologica, Gayathri si è ritrovata isolata perché in molte regioni essere vittima di acido è un disonore e un’onta gravosa per la famiglia. è qui che entra in gioco la Hothur Foundation, che ha provveduto alle costosissime operazioni di innesto di pelle – Gayathri ha già affrontato 36 interventi e la attendono altri undici – e le ha permesso di terminare gli studi, iniziando un percorso lavorativo.
Alessi conclude: “Il nostro obiettivo non è solo riportare alla normalità le vite delle vittime, ma anche di renderle più forti di prima e di riconoscere che non sono vittime, ma sopravvissute. Dei 100mila euro che allochiamo, 80mila sono destinati alle donne che hanno subito violenza. I restanti 20mila saranno invece indirizzati alle famiglie, in particolare ai figli. Da un’indagine recente è emerso che l’85% delle persone sfreggiate con l’acido è di sesso femminile e la restante percentuale del 15% è individuata nei figli di queste donne. Ci occuperemo anche di loro”.
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