Le strade di Betlemme sono pressochè deserte, poco traffico e negozi chiusi. E’ sabato ed è la vigilia di una festa araba che si vive nel digiuno. Ma il motivo è anche e soprattutto un altro. “Because no tourists, a big problem. Eight months, no life”. E’ perché non ci sono turisti, spiega il taxista, ed è un grosso problema: da otto mesi non c’è vita. Perfino all’ospedale pediatrico di Betlemme “mancano” i visitatori (ne vedeva passare 3.000 all’anno), e quindi quando arrivano i pellegrini del nord Italia guidati dal Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, sono accolti come una rarità di questi tempi difficili. “You made it- Ce l’avete fatta”, è il benvenuto. Un viaggio in Terra Santa ai tempi della guerra sembrava difficile in Italia, ma ancora di più in Israele e in Palestina.
Anche per questo il pellegrinaggio ideato a Bologna è stato molto speciale. “Dal 7 ottobre la Terra santa ha sofferto la mancanza dei pellegrini che per la popolazione locale sono il sostegno più importante non solo a livello economico ma anche spirituale, fanno sentire vicinanza e interessamento della Chiesa verso la Chiesa madre di Gerusalemme”, spiega frate Nicholas Marques, francescano della Custodia di Terra santa. Il suo ruolo è quello di accompagnare spiritualmente i pellegrini. Ecco allora che il viaggio di Zuppi e dei 160 italiani riapre porte che sembravano chiusissime. “Due mesi fa la domanda era: ma si può fare? I dubbi erano: ma dove andate? Perché proprio adesso?”, e soprattutto: “Non è sicuro”. Invece si è messa in moto una macchina complessa “e lo abbiamo fatto: essere stati qui è la dimostrazione che si può fare e si deve continuare”, afferma Andrea Babbi, presidente della Petroniana Viaggi di Bologna e vicepresidente nazionale della Fiavet. E’ diventato un pellegrinaggio apripista e ora non fa sperare solo chi in Israele e Palestina è senza lavoro da mesi, ma anche le agenzie di viaggio italiane. Dice ad esempio Nader Touma, che in questi giorni ha guidato gli italiani: “Siamo a casa da otto mesi, senza lavoro, e quasi non ci credevamo all’idea di vedere arrivare un gruppo abbastanza grande, è stata una sorpresa che ci ha dato una speranza”. Non solo. “Il giro che abbiamo fatto e le visite, gli incontri con la gente locale hanno potuto mostrare ai pellegrini la sofferenza del popolo, anche questo è un aiuto.
Mettiamo tutto nelle mani del Signore, ma ora speriamo di poter tornare a lavorare”. Babbi rimarca: per il turismo italiano, questo pellegrinaggio è stato importantissimo. “Come Fiavet abbiamo aiutato e assistito tutte le agenzie che dopo il 7 ottobre si sono trovate a zero” e ora si può avere “coraggio, in Israele come in Italia si è toccato con mano che è possibile” riprendere i viaggi nonostante tutto. Mettere in piedi il pellegrinaggio, aggiunge Babbi, è stato “più bello che difficile, c’è voluto un mese e mezzo e tanta pazienza, non c’erano i voli né le condizioni assicurative, abbiamo dovuto creare tutto assieme ai partner con tanta collaborazione della filiera del turismo e tanto entusiasmo qua”.
Sono “segnali di speranza per tutti, di vicinanza e solidarietà, ma anche di ripartenza, senza questa ripartenza la pace sarà più lontana”. Era “proprio questo il momento in cui venire”, ha detto Zuppi salutando i pellegrini alla ripartenza. In ogni incontro che hanno avuto, per prima cosa, sono stati sempre ringraziati per il coraggio nell’intraprendere questa avventura. E anche per essere riusciti ad essere in tanti. Come ha detto un alto prelato al vederli riempire una chiesa a Gerusalemme: “Sono contento di vedere un gruppo così numeroso perché da mesi non vedevamo nessuno. Di solito, poi, quando vengono i preti si portano dietro alcuni parrocchiani, al seguito di un vescovo sono di più, ma vedo che un Cardinale ne muove più di 100… Spero che dopo di voi vengano tutti gli altri cardinali italiani e penso che il vostro viaggio avrà un effetto rendendo più numerosi i pellegrinaggi qui”.
E’ diventato un pellegrinaggio apripista e ora non fa sperare solo chi in Israele e Palestina è senza lavoro da mesi, ma anche le agenzie di viaggio italiane. Dice ad esempio Nader Touma, che in questi giorni ha guidato gli italiani: “Siamo a casa da otto mesi, senza lavoro, e quasi non ci credevamo all’idea di vedere arrivare un gruppo abbastanza grande, è stata una sorpresa che ci ha dato una speranza”. Non solo. “Il giro che abbiamo fatto e le visite, gli incontri con la gente locale hanno potuto mostrare ai pellegrini la sofferenza del popolo, anche questo è un aiuto. Mettiamo tutto nelle mani del Signore, ma ora speriamo di poter tornare a lavorare”. Babbi rimarca: per il turismo italiano, questo pellegrinaggio è stato importantissimo. “Come Fiavet abbiamo aiutato e assistito tutte le agenzie che dopo il 7 ottobre si sono trovate a zero” e ora si può avere “coraggio, in Israele come in Italia si è toccato con mano che è possibile” riprendere i viaggi nonostante tutto. Mettere in piedi il pellegrinaggio, aggiunge Babbi, è stato “più bello che difficile, c’è voluto un mese e mezzo e tanta pazienza, non c’erano i voli né le condizioni assicurative, abbiamo dovuto creare tutto assieme ai partner con tanta collaborazione della filiera del turismo e tanto entusiasmo qua”. Sono “segnali di speranza per tutti, di vicinanza e solidarietà, ma anche di ripartenza, senza questa ripartenza la pace sarà più lontana”.
Era “proprio questo il momento in cui venire”, ha detto Zuppi salutando i pellegrini alla ripartenza. In ogni incontro che hanno avuto, per prima cosa, sono stati sempre ringraziati per il coraggio nell’intraprendere questa avventura. E anche per essere riusciti ad essere in tanti. Come ha detto un alto prelato al vederli riempire una chiesa a Gerusalemme: “Sono contento di vedere un gruppo così numeroso perché da mesi non vedevamo nessuno. Di solito, poi, quando vengono i preti si portano dietro alcuni parrocchiani, al seguito di un vescovo sono di più, ma vedo che un Cardinale ne muove più di 100… Spero che dopo di voi vengano tutti gli altri cardinali italiani e penso che il vostro viaggio avrà un effetto rendendo più numerosi i pellegrinaggi qui”.
Lascia un commento