In Veneto arriva consenso informato per piatti di pesce al ristorante

D’ora in poi chi si siede al ristorante potrà sapere da dove proviene il pesce che viene servito nel piatto, come pure per i molluschi e gli altri prodotti ittici. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi a maggioranza (minoranze astenute) il progetto di legge di Marco Dolfin (Lega-Liga veneta) per informare i consumatori […]

D’ora in poi chi si siede al ristorante potrà sapere da dove proviene il pesce che viene servito nel piatto, come pure per i molluschi e gli altri prodotti ittici. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi a maggioranza (minoranze astenute) il progetto di legge di Marco Dolfin (Lega-Liga veneta) per informare i consumatori sui prodotti ittici cucinati e serviti nei ristoranti. Per favorire cioè il “consumo informato” sui piatti di pesce e così “assicurare un determinato livello di protezione della salute e il rispetto di considerazioni economiche, ambientali, sociali ed etiche”, in particolare in tema di “sostenibilità, tracciabilità e etichettatura degli alimenti, igiene, sicurezza alimentare, lotta alle frodi”.

I ristoranti che adotteranno questo standard daranno prova di “un impegno per la qualità e la responsabilità, contribuendo al benessere dei consumatori e dell’ambiente”, spiega la norma. Che prevede la costituzione e la disciplina del Registro e del Logo per i locali che informeranno sui prodotti ittici serviti. La legge, inoltre, stabilisce quali informazioni (in base a norme europee e nazionali) vanno garantite in forma scritta per entrare nel Registro ed usufruire del Logo. Previsto, ovviamente, un sistema di controlli e di sanzioni. In aula sono stati portati i dati della 36esima edizione del Comitato per la pesca (Cofi) della Fao sul consumo medio annuo di pesce dei cittadini europei (24 chili) e italiani (31) con stime in crescita. E siccome il Mediterraneo non può più di fornire pescato da luglio, questo comporta un aumento della quota di pesce destinato ai consumatori extra Mediterraneo. Il che per Renzo Masolo (Verdi) richiede anche un’attenzione al processo di produzione e a tutto il ciclo di tracciabilità del prodotto.

Il dem Jonatan Montanariello ha ricordato le difficoltà delle imprese di pescatori (metà delle imbarcazioni e oltre mille aziende hanno chiesto di chiudere) e il suo collega Andrea Zanoni ha rilevato come la dotazione finanziaria della legge appaia “insufficiente”. Per Pan (Liga Veneta) occorre impegnarsi per un “sempre maggiore sostegno a un comparto strategico per la nostra regione”, aspetto toccato anche dalla capogruppo M5s Erika Baldin che ha ulteriormente sottolineato le difficoltà del comparto pesca. Soddisfatto Dolfin che parla di “un passo importante nella trasparenza alimentare e nella tutela della salute dei consumatori”, dice Dolfin, Capo Dipartimento Pesca per il partito in Veneto. “La tracciabilità degli alimenti è un principio imprescindibile per la tutela della salute pubblica. Questo progetto di legge mira a promuovere una cultura della trasparenza nei ristoranti, dove ogni piatto di pesce sarà accompagnato da informazioni sull’origine del prodotto, garantendo che sia sicuro, autentico e proveniente da fonti sostenibili”. Inoltre, l’approvazione di questo progetto di legge, conclude Dolfin, “rappresenta un impegno concreto per garantire che i ristoranti veneti diventino protagonisti di una rivoluzione culturale nell’offerta gastronomica. La tracciabilità, oltre a essere un valore aggiunto per i consumatori, diventa uno strumento di marketing per i locali di ristorazione che desiderano distinguersi per qualità e responsabilità. È un passo importante verso un Veneto più sicuro, trasparente e responsabile in ambito gastronomico. L’informazione sui prodotti ittici serviti nei ristoranti non solo aiuterà i consumatori a fare scelte più consapevoli, ma sosterrà anche l’economia regionale e la sostenibilità del settore ittico”.

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