Per il secondo anno consecutivo, calano gli stranieri residenti in Emilia-Romagna: sono 531.000 a gennaio 2017, cioe’ 3.600 in meno. Oltre la meta’ (53,5%) sono donne, e quella rumena la comunita’ piu’ numerosa. Sono invece 115.000 i minori, di cui 8.357 nuovi nati nel 2016. I dati dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratori confermano pero’ che l’Emilia-Romagna e’ la regione con la piu’ alta incidenza di cittadini provenienti da Paesi stranieri rispetto al totale della popolazione residente: l’11,9%. Segue la Lombardia, che si assesta all’11,4% a fronte del dato nazionale medio dell’8,3%. La presenza maggiore si rileva nelle province nord-occidentali: Piacenza (14%), Parma (13,5%), Modena (12,9%) e Reggio Emilia (12,3%). Aumentano anche coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana: oltre 25.200 nel 2016 (erano 1.153 nel 2002), a indicare che la presenza straniera sul territorio non puo’ piu’ essere letta come un fenomeno transitorio e temporaneo. Sono 170 invece, i paesi rappresentati, con in testa i rumeni che contano 89.000 residenti (16,7% del totale delle presenze straniere), seguiti da marocchini (11,6%), albanesi (11,0%), ucraini (6,1%), cinesi e moldavi (entrambi al 5,5%). Come in Italia, anche in Emilia-Romagna si conferma la prevalenza femminile che rappresenta il 53,5% del totale degli stranieri residenti.
Dai dati del Rapporto emerge che gli stranieri residenti in regione hanno un’eta’ media inferiore ai 34 anni, mentre quella degli italiani e’ di 47. I minori rappresentano il 16,1% dei residenti stranieri in Emilia-Romagna e una buona parte (45.000) ha meno di sei anni e si tratta di bambini nati in Italia (93,7%). Nel 2016 sono nati in Emilia-Romagna 8.357 bambini da genitori stranieri residenti: quasi un quinto (24,2%) del totale dei nati nell’anno (in Italia sono il 14,7%) “Anche se in leggero calo, il numero dei cittadini stranieri che hanno scelto la nostra regione per vivere resta ancora alto – commenta la vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini – e il fenomeno delle migrazioni rappresenta un processo irreversibile, un mutamento sociale in divenire da cui non si torna indietro, anche se non privo di costi sia per gli immigrati che per le societa’ di accoglienza“. Allo stesso tempo, una popolazione regionale sempre piu’ eterogenea per provenienze, lingue, culture, religioni, “credo possa essere fonte di potenziali opportunita’ di progresso e crescita comune. Il nostro compito di amministratori- prosegue la vicepresidente- e’ quello di continuare a lavorare per aumentare una consapevolezza interculturale diffusa e responsabile tra i diversi attori, istituzionali e non, e tra i cittadini emiliano-romagnoli“. Per questo “occorre lavorare insieme per ridefinire un nuovo patto di cittadinanza tra migranti e nativi che rispetti i diritti e i doveri di tutti“, conclude.
Calano gli stranieri residenti in Emilia-Romagna
Per il secondo anno consecutivo, calano gli stranieri residenti in Emilia-Romagna: sono 531.000 a gennaio 2017, cioe’ 3.600 in meno. Oltre la meta’ (53,5%) sono donne, e quella rumena la comunita’ piu’ numerosa. Sono invece 115.000 i minori, di cui 8.357 nuovi nati nel 2016. I dati dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratori confermano pero’ che […]
Lascia un commento