Mamme No Tap, Osservatorio Popolare Val D’Agri, Donne di Rifiutiamoli e Mamme No Pfas. Sono le vincitrici della settima edizione del Premio Donne Pace Ambiente ‘Wangari Maathai’ che l’Associazione A Sud in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne di Roma consegna dal 2012 alle donne impegnate in prima linea per la tutela del territorio e del diritto alla salute. La cerimonia di consegna della pergamena – accompagnate anche quest’anno dai volti di donna ispirati alla Grande Madre e realizzati in ceramica dalla scultrice Lavinia Palma – si e’ tenuta oggi pomeriggio nella sede della Casa Internazionale delle Donne a via della Lungara. Quest’anno il premio ha ottenuto il patrocinio della Camera dei Deputati. Un viaggio dal Sud al Nord della penisola, quello della VII edizione del Premio ‘Maathai’, che mappa il Belpaese seguendo il filo dei conflitti ambientali piu’ caldi. Con il premio Fuoco, assegnato a Serena Fiorentino, si parte dalla Puglia, dove nel marzo 2017 nasce il gruppo delle mamme No Tap, per impedire, assieme al movimento, la costruzione del Tap (Trans Adriatic Pipeline), il grande gasdotto che porterebbe in Italia il gas proveniente dall’Azerbaijan e che nella penisola troverebbe approdo proprio a Malendugno, in Puglia. Un’opera fortemente contestata dalle comunita’ locali, che la considerano inutilmente devastante per un territorio che punta sulle bellezze naturali anche dal punto di vista economico. Proprio Serena Fiorentino, in una delle tante notti passate al presidio per sorvegliare il cantiere, ha scritto ‘Tanto non la fanno-Racconti NoTap’, una raccolta di aneddoti e fatti di cronaca, sviluppati con un linguaggio semplice e diretto per far comprendere ai bambini le ragioni della battaglia contro il Tap. Il Premio Terra e’ andato ad Isabella Abate per l’Osservatorio Popolare Val D’Agri, in Basilicata, che nasce nel 2016 dopo anni di presidio del territorio della Val D’Agri. Promosso da cittadini e associazioni attivi sui temi dell’ambiente e della salute in relazione alle attivita’ intensive di estrazione petrolifere presenti nella zona e al piu’ generale dibattito su risorse energetiche, tutela dei diritti e beni comuni. Attivita’ di informazione e sensibilizzazione, monitoraggio, incontri di pressione e discussione istituzionale su ambiente, salute, lavoro, sicurezza sociale e ambientale. Un patrimonio di saperi da condividere che sta accrescendo il senso di comunita’ e la consapevolezza dei cittadini.
Con il Premio Aria, consegnato a Ilaria Giacomi per le donne di Rifiutiamoli, si risale la penisola per arrivare nel Lazio, in particolare a Colleferro, qualche chilometro a sud di Roma, in quella Valle del Sacco interessata da quasi un secolo da un processo di industrializzazione ad alto impatto ambientale. Il consolidamento del movimento Rifiutiamoli ha dato vita ad una grande mobilitazione contro il revamping dei due inceneritori, con manifestazioni e un presidio permanente con cui attivisti ambientalisti e semplici cittadini hanno impedito l’arrivo dei camion destinati alla ristrutturazione degli impianti (l’ultimo oggi, ndr). Nel gruppo un ruolo fondamentale e’ costituito dalle donne, che curano quotidianamente l’attivita’ del presidio, dalle riunioni, ai lavori creativi, al cibo, facendo del tendone bianco sotto i due camini anche un presidio culturale. Il Premio Acqua, infine, e’ andato a Giovanna Del Lago per le Mamme No Pfas del Veneto. Un gruppo di donne preoccupate per la pesante contaminazione delle pericolose sostanze chimiche (Pfas) nelle acque della regione. Ad attivare questo gruppo di mamme, il ritrovamento di grande quantita’ di sostanze inquinanti nel sangue dei propri figli. Le sostanze sversate da piu’ di 40 anni nelle acque e nel terreno dall’industria chimica Miteni hanno contaminato la seconda falda acquifera piu’ grande d’Europa con conseguenze devastanti per ambiente e salute. Quest’anno A Sud ha voluto omaggiare la Casa delle Donne con un live painting curato dallo street artist Mauro Sgarbi del collettivo Up 2 artists: un murales in cui e’ raffigurata il Monte Rushmore, dove, al posto dei presidenti, sono ritratti i volti delle attiviste Wangari Maathai, Vandana Shiva, Leymah Gbowee, Berta Caceres. Alla Casa delle Donne va il Premio speciale 2018 “per ribadire- come sottolinea Marica Di Pierri di A Sud- la nostra solidarieta’ ad un posto messo a rischio sgombero da questa amministrazione, un posto che e’ di tutte e tutti noi e di cui non e’ pensabile mettere a rischio l’esistenza”.
“Sono circa 35 le donne premiate in questi anni- spiega Laura Greco, presidente di A Sud- Non facciamo nessuna fatica ad individuarle ogni anno, perche’ le donne impegnate in Italia nelle vertenze ambientali sono davvero tante. Danno continuita’ alle lotte che portano avanti e sono protagoniste delle mobilitazione sociali e ambientali di questo Paese. Spesso perche’ sono vittime di molti degli impatti ambientali che abbiamo raccontato in questi anni, con patologie che colpiscono molto l’aspetto riproduttivo e neonatale. Questo Premio- specifica- vuole essere un riconoscimento al ruolo e alle competenze che si acquisiscono durante le mobilitazioni. È nato per mettere in rete le diverse vertenze e le diverse realta’ che possono cosi’ acquisire piu’ forza per uscire dalla dimensioni locali. Sapere che esistono donne che lottano in tutta Italia- conclude- ci fa sentire piu’ forti”.
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