È pericoloso e sbagliato mettere in relazione diretta maleducazione e bullismo con l’appartenenza a ceti sociali bassi: non è generalizzando e cavalcando i luoghi comuni che si porta avanti una seria denuncia delle disuguaglianze sociali, che pure esistono e non vanno taciute”. Così Vanessa Pallucchi, coordinatrice della Consulta Educazione e Scuola del Forum Terzo Settore, commenta le riflessioni di Michele Serra su La Repubblica a seguito degli ultimi episodi di bullismo nelle scuole italiane.
“Sappiamo bene, purtroppo”, continua Pallucchi, “che esiste un circolo negativo che lega povertà economica e povertà educativa, che non a tutti è garantito lo stesso livello di accesso all’istruzione e che la scuola non rappresenta più, come in passato, un ascensore sociale. Ma il rispetto delle regole, la ‘padronanza dei gesti e delle parole’, come la chiama Michele Serra, non dipendono dall’estrazione sociale, piuttosto sono trasversali ai diversi ceti: sarebbe molto utile, a questo proposito, inserire nell’analisi del fenomeno del bullismo la responsabilità educativa delle famiglie, che negli ultimi anni sembrano avervi rinunciato”.
“Il patto educativo tra scuola e famiglia si è interrotto e i figli sono più soli che in passato”, conclude la coordinatrice della Consulta Educazione e Scuola; “ne deriva povertà relazionale e valoriale, che non sono necessariamente connesse, nella lettura dei fenomeni di bullismo, all’appartenenza a classi sociali definite”.
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