“Nell’oscurità e nell’invisibile gli scienziati si fanno guidare da un intuito, da un settimo senso, il senso della bellezza”. Lo pensa il regista Valerio Jalongo che nel suo film racconta gli scienziati del CERN e il loro spirito di esploratori, innamorati dell’avventura e del mistero.
Per il secondo appuntamento della rassegna GSSI Agora, il Gran Sasso Science Institute propone la visione del docufilm che ha girato tutto il mondo facendo rivivere al pubblico le sfide della scienza e dei protagonisti del mondo della ricerca.
Il senso della bellezza – distribuito da Officine UBU – è il racconto di un esperimento senza precedenti che vede scienziati di tutto il mondo collaborare intorno alla più grande macchina mai costruita dagli esseri umani, ovvero l’acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider). Il regista la descrive così: “L’anello LHC è una macchina diversa da tutte le altre: non fabbrica cose, non fa parte di un ciclo di produzione. Per me è una macchina poetica, perché non è utile. Non serve a nulla, se non a cercare risposte”.
Il film documentario crea un parallelo tra arte e scienza: ricercatori del CERN da una parte e artisti contemporanei dall’altra ci guidano nella loro rincorsa della verità, tutti in ascolto di uno sfuggente sesto o settimo senso… la bellezza.
Nel dibattito interverranno:
Eugenio Coccia, Rettore del Gran Sasso Science Institute
Fernando Ferroni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Carlo Dionisi, fisico, INFN e Università Sapienza di Roma
Simone Gozzano, filosofo, Università degli Studi dell’Aquila
Valerio Jalongo, autore e regista del film
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