Anche in Africa sono state organizzate mobilitazioni per chiedere giustizia e verita’ per il giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso all’inizio di ottobre nel consolato del suo Paese a Istanbul. Ne parla oggi il sito d’informazione ‘Africa News’ che fa il punto sulle reazioni di diversi Paesi africani alla notizia dell’omicidio del giornalista. Mentre gli attivisti per i diritti umani e i difensori della liberta’ di stampa hanno iniziato a manifestare la settimana scorsa, con un presidio davanti all’ambasciata saudita ad Abuja, i governi sembrano essere piu’ cauti. Al momento, gli unici Paesi che hanno preso parola sulla vicenda sono stati l’Egitto e la Somalia, entrambi per sostenere Riad nella “ricerca della verita’” sulla morte di Khashoggi, mentre, sempre stando a quanto riferisce ‘Africa News’, il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa avrebbe impedito a un ministro di recarsi nel Paese arabo per incontrare il capo dell’intelligence saudita alcuni giorni dopo l’omicidio del giornalista. Con Riad, Pretoria ha contratti multi-milionari nel settore degli armamenti e sembra che al momento la priorita’ del governo sia tutelare tali accordi. E’ africana anche Karen Attiah, 33 anni, ghanese-americana, curatrice per il ‘Washington Post’ della rubrica ‘Global opinions’ dove scriveva Kashoggi: e’ lei la prima a comparire nel video diffuso questa settimana da Amnesty International in cui diversi giornalisti di tutto il mondo leggono l’ultimo editoriale di Khashoggi e chiedono “giustizia per Jamal”.
Diritti: la morte di Jamal Khashoggi vista dall’Africa
Anche in Africa sono state organizzate mobilitazioni per chiedere giustizia e verita’ per il giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso all’inizio di ottobre nel consolato del suo Paese a Istanbul. Ne parla oggi il sito d’informazione ‘Africa News’ che fa il punto sulle reazioni di diversi Paesi africani alla notizia dell’omicidio del giornalista. Mentre gli attivisti […]
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