Niente più tassa regionale per gli studi universitari dei detenuti e per loro anche borse di studio che, però, non saranno erogate in denaro, ma attraverso strumenti utili a portare avanti il loro percorso in vista della fine della pena e il reinserimento sociale e lavorativo. L’iniziativa, contenuta nell’art. 3 della legge regionale 103 del 19 maggio, è stata presentata questa mattina alla stampa dal presidente vicario del Consiglio regionale, Roberto Santangelo, e il Garante dei detenuti della Regione Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, che ha parlato di un primo passo per la creazione di un vero e proprio polo didattico destinato ai detenuti, che sarà realizzato nella Casa Circondariale di Pescara. “Da oggi- ha dichiarato all’agenzia Dire Santangelo a margine dell’incontro- i nostri detenuti negli otto istituti di pena sul territorio abruzzese avranno un’occasione in più per il reinserimento sociale: Regione Abruzzo non farà più pagare le tasse universitarie in questo percorso che noi crediamo essere virtuoso, perché la cultura e l’istruzione rappresentano il primo gradino per essere veramente liberi e avere un riscatto sociale una volta scontata la pena. La Regione quindi, grazie al rapporto con il nostro Garante dei detenuti, Gianmarco Cifaldi, si pone come prima regione in Italia che attua questa misura e sono sicuro che altre Regioni ci verranno dietro”. Una misura condivisa con tutto il sistema carcerario, ha sottolineato Santangelo, attraverso il Garante che “si è fatto portavoce di questa istanza”. Per il vicepresidente la pena “va pagata con dignità. Deve essere un percorso virtuoso di riscatto alla vita- ha detto ancora alla Dire- e la figura del Garante può sensibilizzare le istituzioni, ma anche rappresentare i diritti di queste persone”. Diritti che passeranno dunque anche per l’erogazione di borse di studio, come ha riferito la presidente dell’Adsu Chieti-Pescara Teresa Mazzarulli. Borse che consisteranno in beni utili al prosieguo degli studi, come può essere un computer, e che non saranno quindi erogate in denaro. A rimarcare il fatto che la Regione sia la prima a detassare gli studenti-detenuti, è stato Cifaldi che ha quindi annunciato alla stampa l’intenzione di “creare un polo didattico dentro il carcere di Pescara perché così possiamo dare biblioteche e servizi che oggi sono dislocati in diversi istituti. Questo chiaramente crea fatica nel dare servizi a tutti gli iscritti che sono molti e tanti si stanno iscrivendo”. Per permettere a tutti di seguire le lezioni, essendo impossibile, ha sottolineato, farlo in contemporanea, “scarichiamo su pennette drive le lezioni dei docenti e poi le distribuiamo ai distretti”, ha quindi spiegato”. Per Cifaldi un altro tassello nella volontà di creare un vero e proprio percorso virtuoso nel recupero dei detenuti che segue l’attivazione, fatta un anno fa, del numero verde attivo h24 cui sia i detenuti che i loro familiari possono rivolgersi. Altra iniziativa, ha ricordato, di cui Regione Abruzzo è stata capofila. “Dobbiamo pensare- ha aggiunt – che le persone che sono dentro il carcere hanno sì commesso una reato, ma non per questo come società civile dobbiamo abbandonarli. Soprattutto falliamo come società”. L’eliminazione della tassa regionale per accedere agli studi universitari, dunque “ha proprio questa intenzione – ha concluso il Garante -: portare il detenuto ad una nuova dignità, a una nuova possibilità di riscatto e a un nuovo accesso al mondo del lavoro”.
Carceri Abruzzo: prima regione ad abolire tassa per studi universitari detenuti
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