Da oggi le donne con tumore della mammella in fase iniziale possono accedere gratuitamente ai test genomici su tutto il territorio nazionale. Queste analisi molecolari, in alcune tipologie di pazienti colpite da cancro del seno, consentono di prevedere il rischio di recidiva e, quindi, di escludere la chemioterapia in aggiunta alla terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico, evitando inutili tossicità con risparmio di risorse. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato il decreto attuativo che sblocca i 20 milioni di euro inclusi in un Fondo specifico e stanziati lo scorso dicembre dalla Legge di Bilancio per l’applicazione gratuita dei test genomici. “Si tratta di una battaglia di civiltà per cui l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) si è impegnata strenuamente a fianco delle associazioni di pazienti- afferma Giordano Beretta, presidente Nazionale AIOM e responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo- Queste analisi, raccomandate dalle più importanti linee guida internazionali e utilizzate nei principali Paesi europei, sono gratuite solo in Lombardia, Toscana e nella Provincia Autonoma di Bolzano, che ne hanno approvato la rimborsabilità con norme regionali. Subito dopo l’istituzione del Fondo, AIOM ha chiesto l’immediata approvazione del decreto attuativo per sanare queste disparità territoriali e ha promosso un tour virtuale in otto Regioni proprio per sensibilizzare gli oncologi sul ruolo dei test genomici nel carcinoma della mammella. Ringraziamo il Ministro Speranza per aver accolto i nostri appelli per velocizzare l’iter che ha portato alla firma del decreto attuativo. Questo importante risultato è il frutto del gioco di squadra e della fondamentale collaborazione con le associazioni di pazienti”. Il tumore della mammella è in assoluto il più frequente in Italia. Nel 2020, sono stimati quasi 55mila nuovi casi (54.976), davanti al colon-retto (43.702) e al polmone (40.882).
“Le nuove diagnosi di tumore del seno, in Italia, sono aumentate del 14% in 5 anni, da 47.900 nel 2015 a quasi 55mila nel 2020- spiega Saverio Cinieri, presidente eletto AIOM e direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi- A fronte di questi numeri, assistiamo a importanti progressi nei trattamenti, testimoniati ad esempio dal calo della mortalità, pari a -6% nel 2020 rispetto al 2015. E oggi più di 834mila donne vivono dopo la diagnosi, con una sopravvivenza a 5 anni che raggiunge l’87%. Va però considerato che la recidiva del tumore al seno può verificarsi fino ad oltre un ventennio dalla diagnosi iniziale, soprattutto nelle donne con carcinoma positivo ai recettori ormonali. Il trattamento chemioterapico adiuvante, eseguito cioè dopo la chirurgia, riduce il rischio di recidiva, e la decisione circa l’opportunità o meno di effettuarlo è tradizionalmente basata sulle caratteristiche della paziente e del tumore”. “Mentre per i carcinomi mammari che esprimono la proteina HER2 e in quelli triplo-negativi, che non presentano nessuno dei recettori (estrogeni, progesterone, HER2) utilizzati come bersaglio nelle terapie disponibili- conclude Saverio Cinieri- la chemioterapia adiuvante è spesso indispensabile e il beneficio è evidente, nei tumori che esprimono i recettori estrogenici ma non la proteina HER2 (ER+/HER2-), invece, il vantaggio dell’aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale è in alcuni casi controverso. I test genomici sono uno strumento importante per il clinico nella scelta del trattamento per le donne che, in base alle caratteristiche anatomopatologiche e cliniche, sono in una sorta di ‘zona grigia’, in cui non si può includere o escludere con certezza la chemioterapia rispetto alla sola terapia ormonale. Non somministrare chemioterapie inutili, oltre a ridurre le ansie delle pazienti e le disparità di trattamento, ci porterà ad eliminare un carico di sofferenze e disagio per migliaia di donne. La firma del decreto attuativo permette di cambiare la cura del tumore del seno nel nostro Paese”.
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