L’idea ispiratrice del progetto dei luoghi liturgici è l’incontro spirituale tra Papa San Celestino V e Papa Francesco, che avviene – con una distanza temporale di oltre settecento anni – nello spazio antistante la basilica di Santa Maria di Collemaggio, la cui facciata farà da sfondo al grande palco.
La progettazione è basata sulla scelta di forme semplici con l’utilizzo del ferro come unico materiale, donato dalla terra e lavorato dall’uomo. Si è posta, in risalto in tal modo, l’importanza spirituale di ogni polo liturgico, ritornando alla tradizione della chiesa delle origini, secondo gli orientamenti del Concilio Vaticano II.
Seguendo le indicazioni dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, lo studio della sistemazione del palco è stato pensato come un grande presbiterio con al centro l’altare: intorno ad esso sono stati disposti gli altri arredi liturgici, ponendo, in posizione leggermente soprelevata, la sedia di Papa Francesco in asse con l’altare stesso.
Le sedie dei Celebranti sono state posizionate alla destra e alla sinistra del Santo Padre, mentre ai lati dell’altare trovano posto le sedie dei Vescovi della CEAM e dei Concelebranti.
L’altare ha la forma di un parallelepipedo a pianta rettangolare ed è diviso in tre parti: la base, il corpo centrale e la chiusura superiore. La sua forma richiama il sarcofago della sepoltura (la morte del Signore), mentre la parte superiore mette in evidenza che la lastra di copertura diventa la mensa per l’Eucarestia (Ultima Cena e Risurrezione).
Le facce dei quattro lati sono leggermente curvate verso i quattro spigoli facendo spazio così al posizionamento delle quattro colonnine che sorreggono la mensa e rappresentano simbolicamente i quattro Evangelisti: la Parola di Cristo sorregge la tavola della mensa Eucaristica e consente che il sarcofago non sia mai chiuso (salvezza degli uomini).
Gli stemmi di San Celestino V e di Papa Francesco campeggiano sulle due facce laterali dell’altare, mentre al centro del lato lungo anteriore è presente la croce di Collemaggio, da cui parte una serie di cerchi a simboleggiare il propagarsi della Perdonanza Celestiniana verso il mondo intero.
L’altare diventa il luogo di incontro tra i due Papi e centro gravitazionale del Perdono voluto da San Celestino V e confermato da Papa Francesco.
L’ambone e le sedie, nella loro forma sobria, hanno una bellezza semplice che rimanda al significato teologico degli arredi sacri e non indulge all’apparire. In particolare la forma avvolgente dell’ambone richiama i profili realizzati in marmo nelle prime chiese cristiane e il leggio è sorretto da due colonne (alfa e omega) con al centro la croce di Collemaggio: la Pasqua di Cristo è fonte del Perdono.
In linea con lo stile dei poli liturgici è stato progettato il basamento che sorregge la statua della Madonna di Roio: anche in esso sono state posizionate ai quattro angoli delle colonnine a simboleggiare la devozione della Città di L’Aquila alla Madonna. Le quattro colonne che sorreggono il piano del basamento rappresentano, infatti, i Santi protettori della Città: San Massimo di Aveja, Sant’Equizio, San Celestino V e San Bernardino.
Dell’Arch. Giuseppe Tempesta è la progettazione e la direzione artistica.
La realizzazione è stata eseguita: per il ferro dalla Ditta Ziaca2 del Gruppo Iannini;
per i tessuti dalla Ditta Passacantando,
gli stemmi sono stati realizzati dall’artista Daniele Gottastia.
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