“Un aumento di due gradi della temperatura del pianeta entro il 2050 significa perdere il 56% della superficie viticola mondiale. Lo scenario sarà ancora più catastrofico nel 2100, con un aumento della temperatura di quattro gradi”. Lo spiega Giulio Moriondo, ricercatore in campo vitivinicolo, intervenuto al Forte di Bard durante il convegno “Ecosistemi montani nel 2050”. Oggi “si produce già il vino in Scandinavia- prosegue Moriondo-. In Svezia e in Danimarca ci sono 150 ettari di vigna e si tratta di vigne molto resistenti alle malattie più comuni”. Tutto ciò implica delle conseguenze sul mercato e sulla concorrenza “con ripercussioni evidenti sull’economia”, aggiunge. In Valle d’Aosta -dove quest’anno si è registrato un aumento del 10% della produzione di vino, dato in controtendenza rispetto al Centro e al Sud Italia dove le perdite raggiungono anche il 30%-40%- lo scenario appare meno catastrofico: “Attualmente la regione ha una superficie coltivata a vite di circa 450 ettari. A fine Ottocento pare fossero tra i 3 e i 4mila ettari quindi abbiamo perso il 90% della superficie”, spiega il ricercatore. Che aggiunge: “Non credo che si prospetteranno ulteriori perdite. Le superfici stanno un po’ aumentando ma è certo che anche in Valle d’Aosta, come nel resto del mondo, la viticoltura dovrà affrontare nel migliore dei modi eventi meteorologici e catastrofici sempre più frequenti e preoccuparsi di rispettare prima di tutto il suolo, arricchirlo nella sua sostanza organica che combattono l’aridità”.
Per Moriondo, anche “mantenere i terrazzamenti è assolutamente importante, anche dove il terreno è incolto”. Quanto al vino, “già adesso ma soprattutto in futuro sarà sempre più alcolico: negli anni Cinquanta si facevano vini da 10-11 gradi, adesso si raggiungono tranquillamente 13-14 gradi e anche di più. Questo è accompagnato anche a una diminuzione dell’acidità. Uve più zuccherine fanno vini più alcolici ma anche meno acidi”. Oltre a questo, “la maturazione fenolica potrebbe rimanere indietro e potremmo avere anche vini più verdi e, se le temperature superano i 35 gradi alcuni aromi potrebbero venire a mancare”.
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