“Solo nel 2023 in Italia sono state circa 7mila le morti attribuibili a patologie come l’asbestosi o il mesotelioma che derivano dall’amianto e ogni anno sono circa 10mila le nuove diagnosi di malati. Facendo una stima sotto il profilo statistico, quindi, possiamo supporre che nel nostro Paese ogni anno siano all’incirca 9mila le controversie giudiziarie legate all’amianto e alle malattie da amianto”. Così l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e legale del giornalista Franco Di Mare, nel corso di una intervista rilasciata alla Dire.
“Inoltre- ha proseguito l’avvocato Bonanni- esiste il tema del sommerso: molte persone si ammalano non sapendo di essere state esposte all’amianto e spesso muoiono senza aver ricevuto una vera e propria diagnosi. Ricordo che il mesotelioma, in particolare, è un tumore raro e molto aggressivo che porta alla morte nel 93% dei casi, uccidendo anche in pochi giorni”.
Proprio ieri, intanto, è stata la Festa dei lavoratori e il presidente dell’ONA coglie l’occasione per sottolineare gli infortuni mortali “cruenti” sul lavoro (1.041 in Italia solo nel 2023) sono solo la “punta dell’iceberg di un fenomeno che ha numeri drammaticamente più alti” perché, appunto, non vanno “dimenticate” le morti da amianto. L’Italia non è dunque un Paese sicuro in cui lavorare? “Purtroppo no- risponde l’avvocato Bonanni alla Dire- anche le stesse forze sindacali non sempre nel passato sono state in grado di rappresentare efficacemente le esigenze di una tutela di una sicurezza sul lavoro. Nel passato il rischio è stato monetizzato con l’indennità di rischio, ma la verità è che nel nostro Paese non c’è mai stata una politica che preservasse la salute dei lavoratori”. Quindi l’appello alle istituzioni: “Per questo, come ONA rivolgiamo un appello alla premier Meloni affinché il tema della bonifica dell’amianto torni nell’agenda di governo. Solo così- ha concluso- sarà possibile bloccare questa strage silenziosa”.
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