Durante il seminario Sabbadini ha presentato i dati riguardanti la povertà in generale e la povertà minorile in particolare. In Italia, tra il 1997 e il 2009, la povertà relativa è cresciuta nel nostro paese tra alcuni tipi di famiglie. Si tratta delle famiglie con 4 componenti (passate dal 12,9% al 15,8%), con 5 o più componenti (da 22,3% a 24,9%) e con figli minori (dal 14% al 15%). La povertà è aumentata inoltre nelle famiglie con 2 o più figli minori (dal 17,7% al 18,5%), con membri aggregati (dal 14,9% al 18,2%) e con persone in cerca di occupazione (dal 22,5% al 24,9%). Al contrario la povertà relativa diminuisce tra le famiglie con 1 componente (dall’11,2% al 6,5%), di anziani soli (dal 16,3% al 10,2%), di coppie di anziani (dal 15,8% al 12,1%), di ritirati dal lavoro (dal 13,9% al 10,8%), soprattutto se residenti a Nord.
Le cose non vanno meglio sul fronte della povertà assoluta, misurata su un paniere di beni e servizi indispensabili per avere vita dignitosa. Nel 2009 le persone in condizione di povertà assoluta erano oltre 3 milioni (il 5,2% del totale) di cui 649 mila minori: 6,3% del totale dei minori, ovvero un quinto dei poveri assoluti. Il dato arriva al 9,2% tra i minori che vivono con i genitori e almeno due fratelli e tra le famiglie con membri aggregati. Inoltre ben 401 mila minori assolutamente poveri vivono al Sud, vale a dire il 10,2% del totale di quelli residenti nelle regioni meridionali.
Tirando le somme, si può dunque dire che nel 2009 i minori poveri nel nostro paese sono ben 1 milione e 756 mila, ovvero il 17% del totale. E di questi quasi il 70% (1 milione e 179 mila) risiede al Sud. In particolare i dati Istat attestano l’esistenza di 507 mila bambini poveri tra 0 e 5 anni (il 16,6% in Italia e il 28,9% nel Sud), 550 mila tra il 6 e i 10 anni (il 18,3% in Italia e il 32,4% nel Sud), 296 mila tra gli 11 e i 13 anni (16,6% in Italia e 30,6% nel Sud) e 403 mila tra i 14 e i 17 anni (16,4% in Italia e 28,3% nel Sud).
Tra il 1997 e il 2009, poi, è aumentata l’incidenza di povertà tra i minori che vivono: con i genitori e almeno un fratello (dal 17,8% al 18,4%), in famiglie con membri aggregati (dal 20,7% al 27,9%) e in famiglie con un solo occupato (dal 19,7% al 24,4%). Al Sud, invece, la situazione è peggiorata non solo per i minori in generale, che sono passati da un’incidenza della povertà del 28,1% al 30%, ma anche dei minori che vivono con due (dal 25% al 27,4%) o tre e più fratelli (dal 35,3% al 38,8%) o di quelli che vivono in famiglie con membri aggregati (dal 34,5% al 41%).
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