Come ha scritto lo storico medico Giorgio Camoscini: “”La medicina è basata su scienze come la fisica, la chimica, la biologia e differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è l’uomo”. Se per medicina si intende infatti qualsiasi atto o procedimento finalizzato all’allontanamento di un agente patogeno o di un sintomo morboso, di un qualsivoglia elemento che turbi dunque lo stato di salute, allora si può certamente dire che l’origine di questa scienza coincide con l’origine stessa dell’uomo. Pertanto medici sono anche problemi non tecnici ma ertici, filosofici ed epistemici, come definire la libertà attraverso le cure. Il 26 marzo il Senato ha approvato la legge sul testamento biologico “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, in base alla quale il testamento biologico diviene la logica conseguenza della progressiva valorizzazione nel nostro ordinamento del principio del consenso informato, che sostanzia il diritto del cittadino all’integrità della persona e al rispetto delle proprie decisioni, in una sfera che tocca intimamente il proprio destino. Con l’espressione “testamento biologico” (o anche testamento di vita, dichiarazione anticipata di trattamento) si suole indicare il documento con il quale una persona, in previsione della sua futura incapacità – per l’eventualità di una malattia o per traumi improvvisi – detta delle disposizioni inerenti alle cure mediche cui intende o non intende sottoporsi. Tuttavia, molti, sono ancora i problemi aperti. Dal punto di vista della efficacia del testamento biologico, si dibatte sulla vincolatività assoluta o relativa delle disposizioni per il personale sanitario. L’opinione prevalente ritiene che il medico possa disattendere le direttive anticipate, indicandone esaustivamente i motivi, nel caso in cui, sulla base delle conoscenze scientifiche e terapeutiche, non risultino più corrispondenti a quanto l’interessato aveva previsto al momento della loro redazione. Dal punto di vista formale, si pone la questione delle modalità di stesura del testamento (verbale, per atto scritto, davanti al notaio) e conseguentemente la forma della revoca delle precedenti disposizioni a tutela della effettiva volontà dell’interessato. Dal punto di vista dei contenuti, che variano da caso a caso, il testamento biologico può altresì includere precise direttive “fine vita”, vale a dire direttive circa il trattamento da ricevere o rifiutare nel caso di malattia o di un altro fatto che conduca a uno stadio terminale dell’esistenza. Alcuni intravvedono nelle direttive “fine vita” una implicita ammissione dell’eutanasia: ma é evidente che si tratta di questioni nettamente distinte. Tutto questo ed altro ancora, sarà discusso nel convegno, coordinato dal prof. Mauro Bologna, ordinario dell’Università de l’Aquila e promosso dal locale Ordine dei Medici, presieduto dal prof. Maurizio Ortu, intitolato “Il testamento biologico e la fine della vita: un contributo alle riflessioni medico-scientifiche, etiche e giuridiche, in preparazione della nuova legge che si discute in Parlamento”, che si svolgerà domani 23 ottobre, presso l’auditorium Dompè, con inizio alle ore 9 ed ingresso libero. Il convegno cercherà di dare risposte concrete con di medici, studiosi di etica, giuristi ed autorevoli scrittori, al difficile tema del confine estremamente sottile che separa la vita dalla morte, nelle mille sfumature che le condizioni cliniche offrono all´attenzione degli addetti ai lavori, ma soprattutto dei malati gravi e dei loro congiunti nonche´ dei medici curanti.
I medici sono in prima linea, su questo tema e devono continuamente affinare da un lato le proprie conoscenze scientifiche e dall´altro le abilita´ di rapportarsi umanamente con i pazienti terminali e con i loro familiari e congiunti fortemente coinvolti dal punto di vista emotivo. Un convegno, quindi, di sensibilizzazione e presa di coscienza, che si propone di riassumere e magari di sviluppare ulteriormente il corrente dibattito, alla vigilia della stesura di nuove disposizioni di legge in materia, attualmente all´esame del parlamento italiano.
Carlo Di Stanislao
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