Con in testa uno striscione neroverde con scritto “Macerie di democrazia – L’Aquila chiama Italia”, è partito da viale Corrado IV il corteo di mobilitazione cittadina con cui L’Aquila dice al resto d’Italia che la questione del terremoto non va dimenticata. Il percorso raggiungerà piazza Duomo nel cuore del centro storico attraversando via XX Settembre, una delle arterie più devastate dal terremoto del 6 aprile 2009. Gli organizzatori stimano una presenza di cinquemila persone alla partenza della manifestazione, ma in corteo ci sono delegazioni di tutti i Comitati locali che aderiscono all’ Assemblea Cittadina, di una parte dei sindaci del Cratere – che sfila dietro ad alcuni gonfaloni comunali -, delle categorie produttive, dei sindacati e degli ordini professionali dell’Aquila. Si va avanti al grido di “L’Aquila è nostra”: in corteo c’é anche un grande striscione portato in ricordo delle vittime del sisma; molti manifestanti indossano i caschi protettivi da cantiere.
20:33 – “Per me è una manifestazione di popolo, altro che di gente di centrosinistra, è una manifestazione degli aquilani di e quanti dall’Italia sono venuti a darci una mano”. Lo ha detto il parlamentare aquilano del Pd Giovanni Lolli, commentando la manifestazione “L’Aquila chiama Italia”. “Nessuno vuole trasformarla in un evento di centrosinistra – ha continuato Lolli -, la colpa è di chi non c’é, la responsabilità è loro”. “Fino a questo momento ho lavorato per risolvere i problemi e so bene che, essendo uniti, si ottiene un risultato migliore – ha aggiunto -. Non c’é nessuna volontà di usare una tragedia come il terremoto per motivi politici, siamo qui per risolvere i problemi delle persone, che sono anche i nostri”.
20:30 – “Pur rispettando il diritto di manifestare pacificamente, le dichiarazioni rese dagli esponenti di sinistra locali e nazionali sono la conferma della politicizzazione strumentale della manifestazione svoltasi all’Aquila, con la stragrande presenza di molte persone non aquilane”. Lo afferma, in una nota, il coordinatore regionale abruzzese del Pdl, Filippo Piccone. “Altro che ricostruzione ferma, come vuol far credere il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente del Pd – aggiunge Piccone -, ci sono più di diecimila cantieri aperti con le risorse messe a disposizione dal Governo, il centro storico ha i finanziamenti per tutti beni pubblici, compresi i sottoservizi, e sono stati anche nominati i soggetti attuatori mentre, per la parte privata, i sindaci devono presentare i piani di ricostruzione e per questi si è in fervida attesa. Per il prezzario poi – continua il senatore – ci sono solo alcune voci che si stanno rivedendo con gli ordini professionali e la settimana prossima si provvederà con un decreto in tal senso e per questo, è utile ricordare che, per il terremoto in Marche e Umbria, i prezzari vennero rivisti più di otto volte. Inoltre, ed è questo che contraddistingue il gran lavoro di questo Governo nazionale e regionale, c’é da ricordare che i lavori nel centro storico in Friuli vennero iniziati dopo quattro anni dal sisma per avere una ricostruzione di qualità, e in Abruzzo siamo già pronti, se solo l’amministrazione che guida il Comune dell’Aquila mostrasse meno inefficienze. Dopo la grande azione del Governo sulla fase dell’emergenza, risultato positivo unico nel suo genere a livello internazionale, oggi, nonostante le molteplici difficoltà economiche internazionali possiamo dire con l’assoluta certezza che il Governo Berlusconi non ha mai lasciato solo l’Abruzzo dopo il sisma e anzi ha mostrato sempre più profonda attenzione”.
20:24 – “Ho dato la mia disponibilità perché, anche se avrei da dire sull’organizzazione, siamo cittadini aquilani e dobbiamo cercare di portare comunque il nostro contributo”. E’ il pensiero di Enzo Lombardi, consigliere comunale del Pdl, già sindaco dell’Aquila, uno dei pochissimi esponenti del centrodestra a partecipare alla manifestazione “L’Aquila chiama Italia”. Lombardi ha detto di non aver parlato con la dirigenza del partito, “d’altra parte, non mi interessa sentirli, se avevano qualcosa da dirmi, mi avrebbero chiamato”. In riferimento agli aspetti che non lo convincono, Lombardi ha aggiunto: “I problemi arrivano dal comportamento di organizzatori non proprio disinteressati a venire all’Aquila, speriamo che i dubbi vengano fugati”. Lombardi è stato impegnato fino a sera nelle procedure per la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare: nella sua veste di consigliere comunale ha autenticato le firme.
17,55 – “La ricostruzione pesante è ferma, così come è ferma quella per le ‘E facili’, le case che abbiamo ribattezzato ‘super B’. Abbiamo i soldi, ma non si possono presentare progetti perché, ad esempio, manca il prezziario, mancano gli elementi base”. E’ la denuncia del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che sta partecipando alla manifestazione “L’Aquila chiama Italia”. “C’é anche un’altra criticità – ha continuato il primo cittadino -, in materia economica e produttiva non si è fatto nulla, ancora non ci si è seduti una sola volta al Ministero. C’é una grande confusione di governance e in questa situazione disperata, dal primo gennaio prossimo, se non ci saranno nuove norme, dobbiamo restituire le tasse al 100% per dieci anni”. Cialente ha sottolineato che “in tal modo 150 mila italiani saranno chiamati a pagare più tasse degli altri: quando i giornalisti della stampa estera vengono periodicamente a intervistarmi non capiscono il perché di questa situazione”.
17:49 – “E’ una manifestazione a mio avviso assolutamente politica, se parliamo di politica in senso stretto, e non di quella che è la politica in Italia”. Così il leader dei Radicali, Marco Pannella, ha definito la manifestazione “L’Aquila chiama Italia”, contestando l’affermazione degli organizzatori, secondo i quali quella di oggi lungo le strade del centro storico del capoluogo abruzzese non intendeva essere una manifestazione politica. “Perché sto qui? Lei perché sta qui?”, ha poi risposto Pannella ai giornalisti che gli chiedevano il motivo della sua partecipazione al corteo. Alla risposta ‘per fare questo lavoro e farlo all’Aquilà lui ha ribattuto: “Ecco, con questo ho risposto”. Arrivato in piazza Duomo, il leader radicale è entrato nello storico bar Nurzia, accettando un cappuccino con torrone offertogli dalla titolare. “Sono in sciopero della fame” ha detto Pannella provando a rifiutare, ma alla fine si è concesso una deroga.
17:24 – “E’ a mio avviso un errore molto grave, mai come in questo momento noi avremmo dovuto stare vicino a cittadini, associazioni di categoria, sindacati e mondo produttivo, che hanno organizzato questa manifestazione”. Così il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha detto ai giornalisti sull’assenza di esponenti del centrodestra dalla manifestazione “L’Aquila chiama Italia”. “Pensare che ci sia una politicizzazione è un errore gravissimo – ha continuato il sindaco -, il corteo è pro L’Aquila e non contro il governo. Non riesco a capire il perché di questa decisione. Sabato scorso sono stato in Friuli e ho incontrato gli amministratori che hanno ricostruito durante il terremoto e quelli che sono venuti dopo. Nella fase della ricostruzione, mi hanno detto, sono importanti due cose: hanno avuto una governance perfetta, cosa che manca qui, e poi hanno affrontato e risolto il problema della distruzione causata dal terremoto con la politica, che ha identificato un’area di zona franca, pure in un momento molto difficile a livello economico, cosa che non sta succedendo qui”. Cialente ha denunciato anche il fatto che “da mesi c’é qualcuno che addirittura ha pensato di proiettarsi in questo territorio per posizionarsi verso le elezioni, sino alle Europee. Un fatto drammatico, perciò ripeto continuamente ai cittadini di vigilare – ha concluso – su queste sciocchezze”.
17:15 – “Non vogliamo lasciare l’Aquila sola. Non vogliamo assolutamente che i cittadini di questa città un anno e passa dopo il terremoto pensino di essere soli”. Così il vicesegretario Pd Enrico Letta, a Sky Tg24, a margine della manifestazione ‘Sos: L’Aquila chiama Italià. “Siamo qui – afferma Letta – anche per prendere degli impegni. Ieri l’ordine del giorno in Parlamento è stato quello di equiparare tutta la gestione della vicenda di questa città, dal punto di vista delle tasse, a quello che è successo su Umbria e Marche. Noi vigileremo su questo ordine del giorno, che abbiamo presentato e che è stato approvato dal Parlamento, affinché poi venga messo in pratica dal governo”.
17:02 – In circa un’ora, oltre 200 persone hanno firmato, all’Aquila, la richiesta di legge popolare di solidarietà nazionale sul terremoto. Al banchetto allestito all’interno dell’affollatissimo Bar Nurzia, in pieno centro, c’é una lunga fila di cittadini decisi a firmare il documento. Le operazioni sono coordinate dal consigliere comunale del Pdl Enzo Lombardi, il quale, proprio come rappresentante del Consiglio comunale dell’Aquila, può autenticare le firme. In un’altra postazione in piazza Duomo, si è formata una fila di persone non aquilane che possono apporre la firma solo alla presenza di un notaio, unico competente all’autenticazione trattandosi di non residenti.
16:32 – Anche Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra, è tra i diecimila che stanno sfilando nel capoluogo martoriato dal sisma del 6 aprile 2009, è per il pieno sostegno per quella che chiama “la lotta del popolo aquilano contro una vergogna nazionale. Questo Governo ha tramutato il terremoto in uno spot ma dietro lo spot non c’é niente. Pieno sostegno, quindi – continua Ferrero -, alla proposta di una legge di iniziativa popolare, unica strada per la ricostruzione”. Per l’esponente di sinistra la vergogna di questo Governo è anche “i soldi per le grandi opere, per i caccia bombardieri e non per le ditte che stanno lavorando per la ricostruzione aquilana”.
16:28 – I partecipanti al corteo organizzato per la manifestazione “L’Aquila chiama Italia” sono circa 13 mila, secondo l’ultima stima della Questura. Tutti sono arrivati in piazza Duomo, come previsto, dopo essersi divisi in due parti: alcuni sono arrivati da via XX Settembre, altri hanno percorso via Sallustio, per attraversare le strade del centro storico dove sono ancora ben visibili i segni del terremoto. In questa zona, dove molti edifici sono pericolanti, gli organizzatori della mobilitazione, indossando elmetti di sicurezza, si sono posti ai lati della strada invitando i partecipanti a camminare al centro.
15:56 – “Sono stato a visitare la parte centrale dell’Aquila, ci vogliono trent’anni per metterla a posto se si continua così”. Lo ha detto il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che sta partecipando alla manifestazione “L’Aquila chiama Italia”, in corso per le vie del capoluogo abruzzese devastato dal sisma del 2009. Per avere giustizia e futuro nel cratere del terremoto, ha detto, “serve un governo che si occupi dei cittadini e non venga qui a prenderli in giro”. “Si potrebbe fare presto e bene – ha continuato Di Pietro – se fossero dati gli strumenti in termini finanziari, operativi e normativi”. Il leader dell’Idv ha attaccato l’azione del governo che, “anziché pensare a far risorgere una città affondata dal terremoto eliminando sprechi e spese inutili, pensa all’acquisto di armamenti aeronautici superlusso per fare la guerra, mentre qui si muore senza che le richieste su lavoro e sviluppo vengano esaudite”. Secondo Di Pietro non si sta facendo nulla perché il governo centrale, occupato su altri fronti, non pensa alle cose che interessano il Paese, difesa del suolo, occupazione, lavoro, territorio, tutela ambientale, università, scuola, ricerca. “E’ come se mancasse la guida a una macchina – ha continuato Di Pietro -, in questo modo tutto va a palline. Poi c’é conflittualità nella politica che strumentalizza ogni cosa”.
15:36 – Uno striscione lungo oltre dieci metri, con la scritta “Riprendiamoci la città”, è stato srotolato all’Aquila al passaggio del corteo dal ponte Belvedere, uno dei ponti simbolo della città, alle porte della zona rossa. Al corteo partecipano migliaia di persone, lungo il percorso si aggiungono via via aderenti.
15:22 – “E’ una manifestazione con l’orgoglio aquilano, i colori neroverdi, e tanta gente da tutte le parti d’Italia, peccato che qualcuno abbia voluto dare un senso politico all’evento non venendo qui”. Lo ha detto l’assessore comunale dell’Aquila, Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia dell’Aquila. “Stando insieme a questa gente – ha continuato mentre si apprestava a sfilare con il corteo – si capisce che è l’orgoglio aquilano a chiedere le cose. Tra i tanti che partecipano ci sono centinaia e centinaia di disoccupati aquilani. La misura della spontaneità della manifestazione – ha continuato Pezzopane – è dimostrata anche dalle centinaia di persone in fila per firmare la legge di iniziativa popolare. Gli aquilani voglio appunto la legge, risorse e zona franca per il futuro con un atteggiamento assolutamente spontaneo”.
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Foto: Manuel Romano
Ma dove si fermano i tagli di Tremonti?
Anzi, dove vengono immesse gigantesche risorse di denaro pubblico?
Nell’acquisto di 131 bombardieri F35 (made in USA) per un costo totale di 14 MILIARDI DI EURO!!
Una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese.
Per le spese militari si trovano sempre le somme e le banche centrali non fanno problemi, e neppure la corte dei conti UE nell’aumento poderoso del debito pubblico Italiano !
Un costo, quello delle armi, che potrebbe essere trasformato in sostegno a politiche sociali, alla ricostruzione dell’Aquila, alla ricerca, alla cultura che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova stagione di ideali e di speranze..