Colpiti dalla tragedia del sisma dell’Abruzzo, ma non al punto da cambiare atteggiamento ed informarsi di più sul terremoto e sulla sicurezza del luogo in cui vivono. E così di fronte ad un rischio che interessa quasi il 70% della popolazione, gli italiani restano poco informati, molto fatalisti, poco inclini a prendere provvedimenti concreti per rendere sicura la propria abitazione, in particolar modo al Sud. Sono i risultati dell’indagine su “Conoscenza e percezione del rischio sismico”, presentata da Cittadinanzattiva e Protezione Civile, in occasione della Giornata della sicurezza scolastica che si svolge oggi in oltre 5 mila scuole. L’ indagine ha interessato 4.411 studenti, 2.490 genitori, 178 le scuole coinvolte, appartenenti a 18 regioni e 77 province. “Genitori e studenti conoscono i comportamenti corretti da tenere a casa e scuola in caso di evento sismico e ciò indica quanto produttive siano le iniziative di prevenzione e quanto sia importante proseguire ed estendere tali attività a tutti i cittadini”, afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice Scuola di Cittadinanzattiva. “Tuttavia tanti mostrano di non conoscere il Piano comunale di emergenza, né le condizioni di sicurezza della casa in cui vivono o della scuola che frequentano. Per questo riteniamo non più rinviabile: l’obbligo per tutti i Comuni del Piano di emergenza e della sua diffusione tra i cittadini e la messa in sicurezza delle scuole, a cominciare da quelle situate in zone ad elevato rischio sismico”. – ELEVATO IL LIVELLO DI FATALISMO: il 44% dei genitori e il 40% dei ragazzi asseriscono che il verificarsi di un terremoto sia un evento del tutto casuale. La regione che denota un livello di fatalismo più elevato nei ragazzi risulta essere la Calabria. – DOPO ABRUZZO PIU’ CONSAPEVOLEZZA: migliorate le conoscenze sul terremoto e sui comportamenti corretti nei genitori (lo riconosce il 57%) e soprattutto negli studenti (oltre il 70%). Tuttavia poco è cambiato sul fronte delle azioni concrete che gli intervistati avrebbero dovuto mettere in atto: circa i due terzi di genitori e studenti non si sono attivati per conoscere le caratteristiche strutturali della propria casa, né le condizioni di sicurezza della scuola frequentata, né la zona sismica in cui si trova il Comune in cui vivono. – SCUOLA SICURA? MEGLIO SCAPPARE: Ben più di un terzo dei genitori (39%), dopo la scossa sismica, si precipiterebbe con la macchina a prendere i figli a scuola: comportamento comprensibile ma scorretto. A contribuire a questo atteggiamento apprensivo, la scarsa considerazione del livello di sicurezza della scuola frequentata dai propri figli: solo un genitore su quattro (24%) si dice sicuro che la stessa sia costruita secondo i criteri antisismici e, dall’altra parte, a confortarli non c’é nemmeno la percezione dei loro figli, visto che il 28% di essi non ritiene sicura la scuola che frequenta. – PREVENZIONE: Riguardo a prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44%). – A CASA CON IL CASCHETTO: A nutrire dubbi sulla abitazione in cui vivono sono soprattutto gli adulti: meno di un genitore su due (48%) dichiara che la propria casa sia sicura, rispetto al 56% dei loro figli. I meno sicuri sembrano essere i genitori lombardi che, solo in un caso su tre metterebbero la mano sul fuoco sulla sicurezza della propria abitazione. E non manca chi é convinto che possano servire caschi di protezione per tutti i componenti della famiglia (15% ragazzi e 7% adulti). – PIANI COMUNALI DI EMERGENZA E PROTEZIONE CIVILE: assai scarsa la conoscenza della sicurezza del territorio del Comune in cui vivono, sia negli studenti che nei genitori intervistati. Solo il 40% dei primi e il 64% dei secondi sa cosa sia la classificazione sismica di un territorio; il 74% degli studenti e il 72% dei genitori non conosce a quale zona sismica appartenga il proprio Comune di residenza. I Piani comunali di emergenza sono sconosciuti ai più.
Studenti e genitori poco informati su terremoti
Colpiti dalla tragedia del sisma dell’Abruzzo, ma non al punto da cambiare atteggiamento ed informarsi di più sul terremoto e sulla sicurezza del luogo in cui vivono. E così di fronte ad un rischio che interessa quasi il 70% della popolazione, gli italiani restano poco informati, molto fatalisti, poco inclini a prendere provvedimenti concreti per […]
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