Hacker all’attacco

Migliaia di hacker autori del cyberattacco che hanno tagliato i ponti con Wikileaks – Mastercard, Paypal e Visa- hanno dichiarato di essere impegnati nella vendetta denominata ‘Operazione Payback’ (Resa dei conti). Secondo molteplici agenzie stampa, da martedì il gruppo di pirati informatici si è unito per punire chi sta cercando di isolare Assange. Il copione […]

Migliaia di hacker autori del cyberattacco che hanno tagliato i ponti con Wikileaks – Mastercard, Paypal e Visa- hanno dichiarato di essere impegnati nella vendetta denominata ‘Operazione Payback’ (Resa dei conti). Secondo molteplici agenzie stampa, da martedì il gruppo di pirati informatici si è unito per punire chi sta cercando di isolare Assange.
Il copione degli attacchi è in serie Ddos: simulare uno spropositato numero di contatti per paralizzare il sito. Il sito delle carte di credito e quello dei pagamenti online sono rimasti “down” per alcune ore. “L’attacco subito dal sito web Visa non ha messo a rischio i dati sensibili dei clienti della societa’” Lo riferisce lo stesso colosso delle carte di credito Usa.
PayPal si giustifica «Lo abbiamo fatto perchè il Dipartimento di Stato ci aveva detto che quel che stavano facendo era illegale», confermando così le pressioni Usa contro l’organizzazione di Assange. A causare l’attacco degli hacker è stata la decisione dei due portali di aver bloccato le offerte per i sostenitori di Wikileaks.
«La trappola si è attivata, i poteri oscuri sono entrati in azione. Dopo quello che abbiamo visto finora, possiamo concludere che fa parte di un piano più grande» ha dichiarato ieri Mark Stephens uno degli avvocati di Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks ha nemici potenti ma è anche vero che ha tanti amici. A partire dalla Rete, nei sondaggi i voti sono a favore della causa di Assange ed emergono numerose manifestazioni di solidarieta’.
Il sostegno per Julian Assange arriva anche da alcuni leader politici. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso soddisfazione per le indiscrezioni di Wikileaks, che rivelano quanto i Paesi arabi temano il nucleare iraniano. Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto che Wikileaks ha avuto un ruolo «molto utile» per mettere a nudo «l’ipocrisia americana».

Manuel Romano

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