Immigrazione, permesso di soggiorno con test lingua

Da oggi esame d’italiano obbligatorio per chi chiede il permesso di soggiorno di lungo periodo. Lo straniero interessato deve fare un’apposita domanda al Viminale al sito www.testitaliano.interno.it. In questo primo giorno sono 243 le richieste pervenute. Quelle più numerose da albanesi (31), marocchini (26), ucraini (25) e moldavi (15).I richiedenti, entro sessanta giorni dalla presentazione […]

Da oggi esame d’italiano obbligatorio per chi chiede il permesso di soggiorno di lungo periodo. Lo straniero interessato deve fare un’apposita domanda al Viminale al sito www.testitaliano.interno.it. In questo primo giorno sono 243 le richieste pervenute. Quelle più numerose da albanesi (31), marocchini (26), ucraini (25) e moldavi (15).I richiedenti, entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda, saranno convocati dalla prefettura competente che indicherà la data di svolgimento del test. Critiche alla novità introdotta dal decreto del 4 giugno scorso firmato dai ministri Maroni e Gelmini sono arrivate dal Pd. Sono tenuti a fare l’esame gli stranieri regolarmente presenti in Italia da almeno 5 anni, che abbiano compiuto i 14 anni e che vogliano richiedere il rilascio del permesso per soggiornanti di lungo periodo. Il test – che si svolgerà presso i Centri per l’istruzione degli adulti – è strutturato sulla comprensione di brevi testi, frasi ed espressioni di uso frequente relativi ad ambiti di immediata rilevanza, come informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l’occupazione. Per superare la prova il candidato deve conseguire almeno l’80% del punteggio complessivo. Se l’esito è positivo, lo straniero può presentare la domanda e la questura, verificati tutti gli altri requisiti richiesti, rilascerà il permesso di soggiorno. In caso di ‘bocciatura’, lo straniero potrà ripetere la prova e inoltrare un’altra richiesta per sostenere il nuovo test. Non è tenuto a sottoporsi alla prova chi ha attestati o titoli che certifichino la conoscenza dell’italiano; chi ha titoli di studio o titoli professionali (diploma di scuola secondaria italiana di primo o secondo grado oppure certificati di frequenza relativi a corsi universitari, master o dottorati): chi è entrato in Italia come dirigente, professore universitario o ricercatore, traduttore o interprete; chi è affetto da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico. La novità non è piaciuta al Pd, secondo cui “la lingua italiana deve essere veicolo di integrazione e non motivo di discriminazione”. Pronta una proposta di legge, prima firmataria Livia Turco, per chiedere un fondo di 30 milioni per l’apprendimento di lingua e cultura italiane e corsi gratuiti ai quali l’immigrato può partecipare per abbreviare da 5 a 3 anni i tempi per il rilascio del permesso per soggiornanti di lungo periodo. Attraverso i quiz “ancora una volta – ha detto Turco – ci troviamo di fronte ad un’iniziativa del Governo che impone ma non offre possibilità”. Il Pd propone invece agevolazioni per i migranti che frequentino i corsi finanziati dal fondo che potrà essere alimentato attraverso i contributi pensionistici non riscossi dai lavoratori stranieri e dalle multe ai datori di lavoro che sfruttino gli immigrati privi di permesso di soggiorno. ALtro problema viene sollevato dalle Acli. L’obbligo del test di lingua italiana, rilevano, “di fatto aggrava il lavoro già oneroso dell’amministrazione pubblica e rischia di prolungare ulteriormente le procedure per il rilascio della ordinaria documentazione necessaria ai cittadini stranieri, creando problemi in particolare a quanti hanno oggi in scadenza il permesso di soggiorno e sono in possesso dei requisiti per richiedere il permesso”.

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