Attualmente le religioni sono tornate all’attenzione dell’interesse collettivo, dal punto di vista sociale e culturale. Siamo immersi nel pluralismo di fedi, idee, opinioni, credenze, con sorprendenti protagonisti dell’universo religioso nazionale, tra cui l’Islam, le antiche tradizioni mistiche dell’oriente, l’Ebraismo, il Pentecostalismo, i nuovi movimenti religiosi, la New e Next Age, i fondamentalismi di varia natura e molte altre realtà culturali che ingenerano reazioni diverse di curiosità o di profonda ignoranza, a volte addirittura di paura, costringendo così il mondo della scuola, del terzo settore, della formazione permanente e dell’informazione mediatica ad un impegno serio ed approfondito.
L’odierno processo di dialogo interculturale e di meticciamento deve considerare con sempre maggiore attenzione il “pluriverso” religioso che convive nei contesti sociali e culturali attuali.
Su tale sfondo, la collana “Parole delle Fedi” promossa dalla EMI si propone di fornire qualche iniziale e propedeutica chiave di lettura del mutamento religioso in atto, redigendo così le voci ed i significati di un sempre più necessario vocabolario interreligioso. Tutto questo condensato nella collana “Parole delle Fedi”, promossa dalla Editrice Missionaria Italiana, attraverso l’apporto di esponenti religiosi e laici, credenti e non credenti, studiosi e intellettuali, protagonisti, su scala nazionale ed internazionale, dell’attuale dialogo tra culture e religioni tra cui Raimon Panikkar, Gabriele Mandel Khan, Janina Bauman, Amos Luzzatto, Lidia Maggi, Brunetto Salvarani, Antonio Nanni, Giovanni Sarubbi, Davide Pelanda, Tonio dell’Olio e molti altri…
All’interno della Collana “Parole delle Fedi”, la Editrice Missionaria Italiana propone, tra le altre opere dei già citati autori, il quaderno n.32 dal titolo Sacro di Laura Tussi, docente, ricercatrice nonché giornalista, milanese. In “Sacro” l’autrice analizza il termine dal punto di vista storico, teologico e sociologico, il rapporto tra realtà e mito, la sacralità della natura, la persistenza del sacro e la percezione da parte dell’uomo.
La teologia impiega il termine “sacro” per indicare quella sfera di realtà visibile e invisibile tipica della divinità, in ambienti extraecclesiali si è soliti attribuire carattere sacrale a dati simboli e valori verso i quali si rivendica la riverenza del pubblico. Dal punto di vista sociologico il sacro si manifesta innanzitutto come opposizione al profano. Tuttavia si evince che la distinzione tra sacro e profano non riguarda i due concetti in sé quanto due modi diversi di porsi nel mondo. Due diverse situazioni esistenziali.
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