In una nota diramata ieri, la capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, Raffaella Mariani e il deputato democratico eletto in Campania Tino Iannuzzi, hanno dichiarato ”Il decreto sui rifiuti in Campania, voluto dal governo Berlusconi, e’ del tutto inadeguato e contiene scelte sbagliate che aggraveranno l’emergenza smentendo clamorosamente i miracoli continuamente annunciati dal premier”. ”Solo in Campania, a differenza di quanto avviene nelle altre regioni, la competenza per le attivita’ legate al ciclo dei rifiuti, per la gestione della Tarsu e della Tia rimarra’, sia pure a partire dal 2012, in capo alle province, travolgendo ed esautorando il ruolo dei comuni. Quello voluto dal Governo – aggiungono gli esponenti del Pd – e’ un meccanismo del tutto irragionevole che affida a commissari straordinari perfino l’individuazione dei siti delle nuove discariche, che invece dovrebbe restare prerogativa del presidente della Regione, nel rapporto con le singole province e nell’ambito del piano regionale rifiuti”. Secondo la richiamata nota, nel decreto non vi è ”nessuna misura per incentivare la raccolta differenziata anche con norme chiare e stringenti per i comuni inadempienti. Gli unici miglioramenti sono dovuti all’approvazione degli emendamenti del Pd che hanno salvato, almeno per il 2011, le competenze dei comuni per il servizio rifiuti, Tarsu e Tia, sancendo l’obbligo del presidente della regione di nominare commissari per i termovalorizzatori di Napoli e Salerno, escludendo cosi’ la permanenza della competenza, priva di ogni fondamento, dei presidenti delle province”. Ad un giorno dalla’incassata fiducia e mentre a Bruxelles il premier è più pimpante per mai e. fra l’altro, anagrammando il suo nome si definisce “unico boss virile” il governo torna a parlare della situazione rifiuti in Campania, dopo che ieri il ministro Prestigiacomo aveva garantito la disponibilità del governo ad accogliere le modifiche presentate dall’UDC. Mentre continuano, invariati, giochi politici e di parole, invariata resta la situazione in Campania, con oltre 1800 tonnellate di rifiuti ancora riversate per le vie del capoluogo, mancanza di siti per il trattamento della frazione idrica e raccolta differenziata sotto il 20%. A rilento lavora l’impianto di Giugliano, mentre quelli di Tufino e Caivano sono congestionati. Con gli impianti quasi totalmente fermi è bloccata anche l’attività degli autocompattatori che, non potendo scaricare nei siti, non possono raccogliere l’immondizia che continua ad alimentare i cumuli e i roghi. Una gestione commissariale che è iniziata nel 1994 che è andata avanti senza mai affrontare il tema dal punto di vista strutturale. Senza una pianificazione degna di questo nome si è andati avanti con interventi che hanno alimentato un’emergenza ciclica che si ripete ogni anno e con la logica di aprire discariche che servono a spostare solo i rifiuti dalle strade. Prima l’emergenza riguardava solo la città di Napoli, adesso anche nella provincia si è tornati quasi ai livelli del 2008, quando il presidente Berlusconi, con la vittoria delle elezioni, anò a Napoli e risolse il problema solo con l’apertura delle discariche, senza affrontare le altre esigenze che ha una moderna pianificazione. Anche se la Prestigiacomo si dice soddisfatta e certa che il decreto, calendarizzato per il voto alla Camera per martedì, che passerà, per il Pd si tratta di un provvedimento quasi punitivo ad regionem, poiché solo in Campania, a differenza di quanto avviene nelle altre regioni, la competenza per le attività legate al ciclo dei rifiuti, per la gestione della Tarsu e della Tia rimarrà, sia pure a partire dal 2012, in capo alle province, travolgendo ed esautorando il ruolo dei comuni. Quello voluto dal Governo è un meccanismo del tutto irragionevole che affida a commissari straordinari perfino l’individuazione dei siti delle nuove discariche che invece dovrebbe restare prerogativa del presidente della regione nel rapporto con le singole province e nell’ambito del piano regionale rifiuti. In questo decreto non c’è nessuna misura per incentivare la raccolta differenziata anche con norme chiare e stringenti per i comuni inadempienti. E critiche vengono anche dall’Idv e non solo. “Non è solo questione di egoismo qui c’è in ballo la credibilità delle forze politiche e l’atteggiamento della Lega Nord sull’emergenza rifiuti campana dimostra, ancora una volta, che il Carroccio non è un partito serio e responsabile”. E’ duro il commento del deputato democratico Alessandro Bratti che fa notare come “i brindisi della lega friulana per la chiusura dei confini regionali ai rifiuti campani stonano clamorosamente con il comportamento del gruppo parlamentare leghista che oggi ha dato il suo ok all’invio dei rifiuti nelle altre regioni italiane. Serve un chiarimento, ed è per questo che chiediamo ai presidenti Zaia e Cota di dire parole veritiere su come intendono comportarsi con i rifiuti che arriveranno dalla Campania. O forse Zaia e Cota sono in contrasto con i loro gruppi parlamentari che oggi hanno votato a favore dello smaltimento extraregionale?” Tommaso Sodano, ex senatore ed ex assessore della provincia di Napoli ed autore del libro “La Peste” in cui, insieme a Nello Trocchia, offre “una foto di gruppo di un sistema corrosivo fatto di sprechi e scandali che si è affermato ormai in Campania da anni”, ha di recente ricordato che, proprio mntre si chiudeva il libro, era appena scoppiato lo scandalo della “cricca” e degli uomini che stavano gestendo lo scandalo dell’eolico in Sardegna. Proprio con riferimento a questi essi hanno potuto verificare e documentare dei contatti e dei personaggi che erano gli stessi e che negli anni ’90 erano stati coinvolti nei traffici illeciti dei rifiuti. Gli stessi uomini nel processo Adelphi della procura di Napoli erano collegati alla massoneria di Licio Gelli. Questo per comprendere cosa sia successo in tutti questi anni e per capire come sia possibile che certi personaggi rimangano sempre in sella; magari cambiando magari casacca o rapporto con il politico di turno, occorrerebbero per altre indagini e bel altri governi È il caso di alcune famiglie che prima gestivano i rifiuti in Campania e che ora gestiscono l’eolico in Puglia; casi che non sempre e non solo dipendono da un colore politico ma che, comunque, con certi governi si sentono meglio. Oggi, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, nega che ci fossero infiltrati al corteo di Roma di martedì e denuncia: le tensioni sociali “in forte crescita in tutto il Paese”, provocate dalla crisi economica e ”all’instabilità anche del quadro politico”, “costringono le forze dell’ordine a un’attività di supplenza sempre più complessa e delicata”. In una intervista pubblicata oggi su l’Unità dedicata all’analisi degli scontri di martedì a Roma, Manganelli sottolinea il “superlavoro richiesto a chi tra l’altro è pagato sempre meno”. E aggiunge: “rifiuti, Fiat, aziende che chiudono, tanti sono i focolai di tensione”. Ad esempio, si chiede, “perché i rifiuti di Napoli devono diventare un problema di Polizia? semmai è un problema di pulizia…”. Su Repubblica Roberto Saviano scrive una lettera in cui avverte che mai si deve e in nessun caso alla violenza e che il clima attuale potrebbe preludere a nuovi “anni di piombo”. Ed ha ragione Saviano, ma solo in parte. La rabbia e la determinazione degli studenti è oggi un patrimonio di incommensurabile importanza, innanzitutto perchè è un fenomeno collettivo e non individualista fino al narcisismo (portato avanti dal Berlusconismo); in secondo luogo perchè manda alle classi dominanti un messaggio assai chiaro alla politica: se non sapete essere classe dirigente oltre che classe dominante…toglietevi di mezzo. Un gruppo di studenti dell’Istituto professionale industria e artigianato ”Marconi” di Giugliano (Napoli) ha lanciato una curiosa e provocatoria iniziativa. Sulle passerelle del Fair, il primo centro dedicato al mondo degli sposi del glamour e del fashion, sono stati fatti sfilare oltre una trentina di abiti disegnati, cuciti e realizzati con sacchetti per l’immondizia. Certo solo una provocazione ma da tenere bene a mente, per sensibilizzare in modo nuovo l’opinione pubblica alla raccolta differenziata e cercare di dare un messaggio alle istituzioni affinché si possa uscire da una emergenza senza fine.
Carlo Di Stanislao
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