E’ giunta l’ora del redde rationem per la nostra civiltà occidentale? Le sorprese non mancano. L’irrilevante, l’irrazionalità, il pensiero dominante contro la persona, in una società ormai conquistata da politicanti e maniaci sessuali anche grazie a Internet, dominano la scena italiana, europea e mondiale mentre si scopre con somma meraviglia che, per salvarsi dal baratro economico-finanziario della peggiore crisi dal 1929, dovremo lavorare per secoli al servizio dell’Estremo Oriente (Celeste Impero compreso) sul nostro territorio.La delocalizzazione delle imprese, infatti, pare un fenomeno inarrestabile frutto di una certa globalizzazione. Per produrre cosa? Non per varare la propulsione ad antimateria della nave interstellare Venture Star diretta su Alpha Centauri, ma per pagare i debiti pubblici astronomici accumulati dall’Occidente sprecone in decine di anni. Il 2010, anno terribile di terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche disastrose, ma anche di vera scienza, si chiude con tre notizie tutte in salsa europea: l’interessante Forum sul nucleare in Italia; il vergognoso utero in affitto per le coppie Vip omo-bi-eterosessuali del resto del mondo (ultimo sfregio alle donne) e la cancellazione formale delle feste cristiane di Natale e Pasqua dal calendario ufficiale dell’Unione Europea.
Personalmente sono contrario all’energia di fissione nucleare (prodotta da uranio e plutonio) e voglio che l’Italia sia il primo Paese del G8 a non produrla più perché non conviene. Sono tuttavia favorevole all’energia di fusione nucleare (dall’idrogeno) e voglio che l’Italia con i suoi cervelli (da Enrico Fermi i nostri tecnici e scienziati dominano la ricerca nucleare mondiale!) sia il primo Paese del G8 a produrla perché la fusione nucleare sarà tra alcuni anni non soltanto pulita e sicura ma sarà anche una grande mossa strategica per l’Italia e l’Europa, mentre la fissione nucleare è una mossa obsoleta e irrazionale.
La donna usata come una valigia, un’anfora, un distributore di pargoli a pagamento, è non soltanto uno sfregio alla razza umana ma un’offesa suprema a Dio. Eppure i media sguazzano nella palude della notizia eccellente, perché quando si tratta di Vip britannici guai a non darla in pasto ai feroci squali dei fruitori dell’informazione più paludata. E, si sa, l’appetito vien mangiando. La maternità surrogata è comunque un abominio perché priva la donna non soltanto della sua dignità, ma di ogni suo sentimento, pensiero e partecipazione all’atto creativo con l’uomo. Addirittura per “contratto”! Non è finita. La Commissione europea ci ha fatto un altro “dono”: nei tre milioni di copie di un diario da distribuire agli alunni delle scuole secondarie, ha fatto cancellare non soltanto la festività del Santo Natale. Con stupore e delusione gli Europei hanno appreso l’amara notizia tra un panettone e una coppa di spumante. Nel diario mancano il 25 Dicembre e la Santa Pasqua! Poiché cancellare il Natale e la Pasqua, due eventi religiosi e civili importantissimi per miliardi di cristiani su questa povera Terra, è un fatto indecente, vergognoso ed assurdo, sarebbe il caso che i nostri Europarlamentari eletti in Italia si attivino per chiedere un sostanzioso risarcimento agli autori di questa decisione politica. A quanto pare le festività di altre religioni praticate in Europa e nel mondo, sono state risparmiate nel diario. Non basta la censura per difendere la Cristianità da simili attacchi oggi istituzionalizzati.
Sconcerta il silenzio degli intellettuali e della società civile sul tema delle persecuzioni contro la Chiesa ed i cristiani, sulla legittimazione della trasgressione sessuale in Occidente propagandata ovunque (la Sharia nei paesi islamici punisce severamente i sodomiti), soprattutto nel mondo politico. In Italia il disgusto unanime verso la pedofilia nella Chiesa, lo sfruttamento della prostituzione minorile e la sodomia con tutti i vizi annessi e connessi, ha ottenuto il suo tributo di sangue mediatico. La Chiesa ha smascherato i suoi “servi” infedeli. Non altrove. Gli “elenchi” delle trasgressioni inammissibili nell’esistenza cristiana (immorali, idolatri, adulteri, depravati, sodomiti, ladri, avari, ubriaconi, calunniatori, rapinatori) sono contenuti nelle Sacre Scritture (Prima Lettera di Paolo ai Corinti 6,9-10; Gal 5,19-21; Ef 5,5) e nelle riflessioni del cardinale Giacomo Biffi cristallizzate nella nuova edizione ampliata del suo libro “Memorie e digressioni di un italiano cardinale” (688 pp). Nel XXI Secolo il primo problema del politico cristiano è trovare la sua identità nella Questione Cristiana per la difesa della sacralità della vita, del nostro territorio, del lavoro (anche nei campi), delle nostre chiese, dei nostri conventi, della Dottrina sociale e della fede cattolica apostolica romana trasmessa dai nostri Santi. Le persecuzioni contro i cristiani, contro il “fatto cristiano” di Gesù di Nazareth, si manifestano in forme aberranti, non solo mediante le bombe umane che si fanno esplodere. Ma nell’indifferenza dirompente dei media. Siamo sotto attacco! Eppure facciamo finta che sia soltanto un gioco. Occorre proteggere i fedeli e i luoghi di culto cristiani in tutto il mondo! In primis in Abruzzo dove le sette abbondano preparando la strada all’Islam radicale. Abbiamo dimenticato i caduti e gli eroi della celebre Battaglia di Lepanto che cinque secoli fa salvarono l’Europa cristiana dall’invasione islamica! C’è chi ha perso la memoria.
Parallelamente l’avvelenamento collettivo sessuale fa strage delle più celebri vittime: personaggi del mondo del cinema, della televisione, della politica, della cultura e delle istituzioni. Dai vari pulpiti dei talk-show spazzatura e dai red carpet dei vari festival del cinema finanziati con i soldi pubblici, alcuni neo-apostoli della maniacalità sessuale dichiarano apertamente ai giovani che “il futuro è gay”. Grazie a Dio non sarà così perché la Natura non lo permetterà: eterofobia e omofobia qui non c’entrano affatto. La nostra Costituzione protegge le minoranze sessuali come persone e cittadini. Non sempre altrove costoro possono vantare un riconoscimento costituzionale così importante. Ma la Famiglia fondata sul matrimonio sacro di un uomo e di una donna (maschio e femmina) che diventano una sola carne, non si tocca! Impegnati nella difesa e nella promozione della Famiglia naturale, della vita, della sacralità del nostro territorio, della Dottrina della Chiesa, i politici cristiani indicano i rapporti fra uomo e donna come base della Famiglia e respingono, senza condizioni, le proposte di legittimazione delle unioni omosessuali con annesse adozioni di minori. Questa non è omofobia ma una scelta di campo che in ogni stato di diritto tutela la dignità di ogni persona, come prevede la nostra Costituzione, senza per questo lasciarsi sedurre ed appassionare da altre fragili forme di consorzio umano che non appartengono alla tradizione giudaico-cristiana.
La nostra è una naturale e normale convinzione. Nella politica italiota del tradimento del patto e dell’aberrazione nell’ipocrisia e nel trasformismo più disarmanti, com’è possibile sperare in un sussulto di vibrante protesta delle coscienze? Quanti sapranno resistere alle sirene dell’opportunismo politico-sessuale? Quanti sapranno risorgere a nuova vita dopo le sedute collettive d’ipnosi morale televisiva irradiata dal tritume mediatico dell’ipocrisia e della menzogna, grazie anche alla rete Internet sui dispositivi portatili di ultima generazione? Non basta esprimere il nostro laico disagio verso tutti gli ignominiosi scandali, sessuali e politici veri e presunti, che coinvolgono realmente a vario titolo, i ricattabili politici che sfuggono alla giustizia. La corruzione morale è ben lunghi dall’essere sconfitta. Non basta il voto popolare. Coloro che occupano, a vario titolo, il mondo della cultura, le palazzine di partito ad uso privato, i templi del giornalismo e della religione ai più alti livelli, che cosa ne pensano? L’Islam radicale avanza inesorabile in Italia, nutrendosi dei vizi della civiltà occidentale, rifiutando la nostra cultura e il nostro modello di sviluppo economico. Sveglia! L’ostentazione delle perversioni sessuali, è una delle espressioni più nefaste del declino di una civiltà incapace, attraverso le sue istituzioni politiche, di governare la complessità del mondo in cui viviamo: la natura grigia offensiva e non reattiva dell’integralismo islamico non è stata ancora ben compresa e, prima o poi, scatenerà tutte le sue forze distruttive sul fronte culturale e morale. E sarà la fine perché la morale si incarna e si incardina nella vita degli uomini e delle donne che fanno politica. L’Abruzzo, solo per fare un esempio, vive da 18 anni una tragica fase di avvitamento perpetuo delle coscienze, scivolando sul piano inclinato del tradimento della verità (della quale non si parla più in tv e su Internet) e del patto. L’indifferenza verso la disintegrazione dei valori che animano lo spirito della nostra Nazione Italia, allontana i giovani dalla missione costituzionale delle regole della buona educazione e della civile convivenza democratica. E, quindi, li allontana dalla Politica, giudicata come una riserva di caccia per pochi eletti amici del padrone di turno. Mentre coyotes e sciacalli a vario titolo cercano di sabotare il Federalismo, magari servendosi di ogni pretesto utile (anche religioso), magari attingendo a piene mani dalle infinite riserve dei servizi stranieri. Sinistre responsabilità trasversali sono più che evidenti, i cattivi maestri hanno retrocesso la politica e l’economia, insieme al Pil, nel fango dal quale vorrebbero far sorgere chissà quale Golem salvatore dell’ultima ora. Le lezioni di modernità impartite da certi vampiri della mala-educazione politica e religiosa che irradiano nelle menti più deboli il messaggio della rassegnazione all’ineluttabile, vanno rigorosamente rispedite al mittente. Spegniamo la tv-barzelletta. Combattiamo da cristiani, in prima persona, l’esaltazione della trasgressione sessuale e del tradimento, che rischiano di far precipitare l’Italia verso l’inciviltà e la barbarie. Ma quale orgoglio vi può essere in tutto questo? Chi festeggia il tradimento?
Paradossalmente c’è una gran voglia di purezza di cuore tra i giovani, anche nella politica. Un atteggiamento che non può passare inosservato. Il libro del cardinale Biffi è esemplare. Verità, testimonianza e fedeltà corrono il rischio di diventare parole vuote. In tv vengono sistematicamente invocate e immolate sull’altare dell’audience, in orazioni civili allucinanti capaci di mobilitare le coscienze di milioni di persone, non si sa bene verso quale baratro. Perché le soluzioni non esistono! O meglio, non vengono elargite gratuitamente. Credete forse che i pifferai della famosa favola, appartengano al passato? I buoni esempi non mancano. Sono centinaia i martiri cristiani che ogni anno muoiono in tutto il mondo per predicare il Vangelo di Cristo, immolando le loro vite ed alimentando la fiaccola della santità nella Chiesa Universale. Ma trovano poco spazio sui media, questi nostri Santi quotidiani. Per questo siamo convinti della necessità di recuperare e difendere quei valori fondanti della nostra civiltà umana e della nostra Patria, che saranno esaltati e valorizzati, lo speriamo vivamente, anche nel Federalismo solidale. Valori che nutrono la Costituzione e la vita democratica del nostro Paese. Parallelamente occorre denunciare apertamente la violazione della dignità umana e i danni incalcolabili perpetrati sui giovani costretti ad assistere all’effimero teatrino della vergognosa gogna mediatica quotidiana. L’inadeguatezza del giudizio, lo sconfinamento della ragione che ormai confonde l’essere con la passione, e la ferita grave inferta alla verità, alla testimonianza ed alla fede, non possono lasciare indifferenti gli stessi politici credenti in Dio, che vivono passivamente la tragedia sociale della dominazione economica orientale e dell’integrazione multiculturale forzata ed imposta sul nostro territorio privo ormai della guida morale di “pastori” santi e colti. I cittadini chiedono un segno di responsabilità. Verso l’Abruzzo, verso l’Italia, verso la Chiesa Cattolica Apostolica Romana che è forte dei suoi Santi come san Francesco d’Assisi e san Domenico di Guzman, esempi mirabili di fedeltà, obbedienza e integrità al Vangelo di Cristo ed alla Chiesa. I Santi furono intransigenti sul piano morale, credibili e trasparenti nei momenti di crisi, di spaesamento e di buio della nostra Storia. Lo spargimento di fango piroclastico seminato ovunque dai media per delegittimare le persone, deve cessare.
La credibilità di una società civile si gioca sul delicato equilibrio tra libertà, giustizia e verità. “L’ideologia oggi dominante – scrive il cardinale Biffi – ritiene l’attività sessuale un assoluto che non sopporta né regolamentazioni né finalità; che non ha ragion d’essere oltre il suo stesso esercizio; che spiega tutto il comportamento umano e non riceve illuminazione da niente che esista fuori di essa. Ma questa è oggettivamente una menzogna. Talvolta abbiamo persino l’impressione che la società dei nostri giorni sia stata conquistata da un’accolta di maniaci sessuali, che impongono a tutti le loro ossessioni, le loro consuetudini sempre ripetitive, i loro stucchevoli riti. A tutto ciò non ci si può rassegnare. Ma il rimedio non starà nel ricercare un’assurda mediazione tra l’ideale del Vangelo e le aberrazioni del mondo. L’umanità nella quale ci è toccato di vivere aspetta dalla nazione santa solo una sfida: la sfida della castità. La prima misericordia di cui tutti abbiamo sempre bisogno è la luce impietosa e rasserenante della verità”.
Davvero chi contempla la bellezza femminile commette peccato? Dipende. Siamo al delirio dell’irrazionalità di coloro che confondono l’essere e la passione. La condizione gay impone su Internet e nei vari festival del cinema (dunque non solo in politica) una diversa visione ipocrita del mondo che è pura ideologia. I politici cristiani hanno il dovere di agire, denunciando i silenzi contro tutti gli scandali pagani che non vengono mai alla luce in Europa e nel mondo, perché i riflettori dei media vengono spenti in nome dell’allegria e del divertimento più sfrenati nelle varie case di tolleranza sparse non solo tra le foreste del vecchio continente. Evidentemente frequentate da persone al di sopra di ogni sospetto. Questa è un’altra utopia: farla franca. Quel che più sconcerta è il destino di questi(e) giovani “escort” disposti a prostituirsi per qualche euro. Senza contare chi finisce negli orribili meccanismi del traffico di organi, magari senza rendersene conto. E qui il cinema tace colpevolmente. Quale orgoglio vi può essere in tutto questo orrore? I valori della nostra tradizione giudaico-cattolica indicano la normalità eterosessuale come condizione essenziale di una vita sana. Per questo i politici cristiani, nel rispetto della persona, non devono temere di potere esprimere liberamente la loro opinione con affermazioni del tipo:“mai maestri gay a scuola; quali valori trasmettono i gay ai giovanissimi?; non vorrei figli gay; ostentare anche sui media comportamenti gay dà fastidio; i pacts et similia non si faranno mai in Italia; il fighettismo va debellato culturalmente”. Affermazioni certamente non razziste ma decisamente forti politicamente al punto giusto da dividersi quanto basta dall’ipocrisia dei sinistri. Il presidente Barack Hussein Obama che da buon democratico nel novembre 2008 accettò il voto dei “fratelli omosessuali”, vinta la presidenza degli Stati Uniti d’America, alla parata presidenziale d’insediamento presso la Casa Bianca nella capitale Washington D.C.(gennaio 2009), da buon padre di famiglia non ebbe timore ad allontanare immediatamente le due figlie dalla visione della sceneggiata balocca dei carri folcloristici delle associazioni gay che sfilavano. Perché giudicata irritante dagli Obama!
I diritti civili e politici acquisiti anche in Italia, non sono in discussione. Ma occorre darsi una regolata. Basta con le solite ipocrisie e con i complessi di superiorità di minoranza. Tutti i genitori preferiscono figli eterosessuali idonei al matrimonio ed alla riproduzione. Se non altro perché questa è la nostra civiltà. Dunque è sbagliato approvare, incoraggiare, promuovere e irradiare il gaio orgoglio omo-bisex nel cinema, nella letteratura, nella politica, nel web, nel giornalismo, relegando l’orgoglio “etero” nella bolgia dantesca perché giudicato inopportuno, offensivo e meritevole di biasimo perché peccaminoso! Un’altra verità della Scienza? Pare che il futuro sia donna su base genetica. Ma questa è un’altra storia nell’evoluzione della Terra. Sicuramente ben più interessante di qualsiasi disegno peccaminoso della Natura e ben superiore a qualsiasi scandalo di qualsivoglia umanità (extra)terrestre.
Abbiamo ragione di credere che Schuman, uno dei padri fondatori dell’Unione Europa, preferirebbe lasciare la Terra per altri lidi cosmici, dopo i recenti fatti che fanno semplicemente accapponare la pelle. Che fine abbia conquistato oggi l’Unione Europea senza più valori e principi fondamentali che poi si traducano in regole, norme e leggi costituzionali, è sotto gli occhi di tutti. Oggi la solidarietà non basta più per riempire le pubbliche casse vuote e creare ricchezza! Le realizzazioni concrete non possono più poggiare le loro fondamenta sull’euro-moneta vuota di valori e principi. L’Europa ha tradito le sue origini giudaico-cristiane in nome degli affari con chi questi valori non li ha mai conosciuti. L’Europa ha venduto l’anima al demonio. E’ questa la tragica realtà. Se l’Unione Europea è un non-morto che cammina, sappiamo di chi è la colpa. Se per l’Europa il Natale e la Pasqua non esistono più, sappiamo di chi è la colpa. Se la lingua italiana (compreso il latino) è considerata “inutile” in sede europea (finanche nei commerci) sappiamo di chi è la colpa. Se si uccidono centinaia di persone (cristiani in testa) nel mondo ogni giorno, com’è accaduto a Natale e c’è chi ancora oggi, alle soglie degli anni Dieci del XXI Secolo, mostra solo indifferenza, sappiamo di chi è la colpa. Se la strage silenziosa dei profughi del Sinai, per il traffico umano di organi, sotto gli occhi dei media di tutto il mondo, è caduto nel dimenticatoio in nome del politically correct, sappiamo di chi è la colpa. Se l’Egitto è troppo impegnato a catturare lo squalo di Sharm per occuparsi di quei duecentocinquanta poveracci, sappiamo di chi è la colpa. Se nel deserto del Sinai quei profughi eritrei si trovano da mesi ostaggi di bande di predoni che chiedono 8mila dollari di riscatto per ciascuno di essi, sappiamo di chi è la colpa. Se il governo egiziano, ripetiamo, così solerte nel dare la caccia allo squalo che terrorizza i ricchi turisti di Sharm el Sheikh, non se ne occupa e la comunità internazionale appare muoversi con colpevole lentezza usando con molta parsimonia i deboli strumenti della diplomazia, sappiamo di chi è la colpa. L’Eritrea nella sua giovane esistenza di nazione indipendente ha conosciuto soprattutto guerre e regimi autocratici che reprimono i più elementari diritti della persona. Molti dei profughi sequestrati avrebbero diritto all’asilo politico. Nella loro vicenda si specchia la cattiva coscienza delle ricche democrazie occidentali che li considerano degli indesiderati (chissà quanti giovani mancati scienziati!), eppure l’Africa è la culla dell’Umanità. Forse è proprio per questo che si preferisce lasciarli in balia della sorte? Negli ultimi tre mesi sono fortemente aumentati i casi di profughi provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia. Strano a dirsi ed a sapersi ma se in questi giorni di festa la Commissione europea non lavora, è cioè in vacanza natalizia, all’orrore si aggiunge pure il disgusto. Marcello Veneziani ce lo ricorda sul quotidiano Il Giornale. “Diffusa in milioni di copie e in migliaia di scuole, in tutta Europa e forse anche nei Paesi islamici, l’agenda ufficiale dell’Europa, firmata della Commissione europea. Nel diario europeo, che mi è capitato di vedere, c’è traccia delle più estrose festività relative alle più minoritarie religioni, ma non c’è alcun riferimento alle festività antiche, canoniche e ufficiali della cristianità europea”. In pratica “nulla è accennato sull’agenda che ricordi la Natività, la Resurrezione e tutto il resto, nulla che segni in rosso una santa festività. Ma quale Natale, Pasqua, Epifania, diceva Totò, a cui evidentemente si ispira l’Unione Europea”. Il bello è che in questi giorni l’Unione europea è chiusa per ferie! “Non esistendo il Santo Natale, tutti a spasso per shopping. Visti i lauti stipendi dei burocrati, ne hanno ben donde. Il vuoto spinto vacanziero di questa vuota Europa, che volete che produca? Euro? Liquidità? Per chi? Accusare l’Unione europea di negasionismo, non basta. A stretto giro di posta, l’Unione Europea ha prima negato le festività cristiane, le sue origini e le sue tradizioni principali ancora vive nei suoi territori (sconosciute in costituzione fondativi, figurarsi nei diari e nelle agende del 2011) in nome del panislamismo e del laicismo più paludati, poi ha deciso di imporre un nuovo sistema di festività burocratiche che presto conosceremo in gran dettaglio. Ha pure negato ai Paesi dolorosamente usciti dal comunismo il diritto di considerare i loro milioni di vittime sullo stesso piano delle vittime del nazismo. La Commissione europea ha negato che si possano equiparare gli stermini comunisti a quelli nazisti e possa dunque scattare anche per loro il reato di negazionismo. Pur avendo commesso «atti orrendi », i regimi del gulag, secondo la Commissione europea, «non hanno preso di mira minoranze etniche». E che vuol dire, sterminare i borghesi o i contadini è meglio che sterminare gli appartenenti a una razza? Uccidere chi non la pensa come te è un crimine meno efferato che uccidere chi è di un’altra razza? Tra le fosse di Katyn, le foibe e le camere a gas di Dachau, qual è la differenza etica, giuridica ed umana? Tra chi nega gli stermini di popolazioni civili di Paesi invasi dal comunismo e chi nega gli stermini etnici, qual è la differenza?”.
Siamo alla vigilia di un nuovo totalitarismo burocratico laicista che molto probabilmente annienterà la persona ancor prima di nascere? Negare il Natale e la Pasqua, significa negare la Pace in Europa dove “c’è un negazionismo vigliacco e bugiardo, che non è solo quello di negare alcuni colossali orrori per riconoscere e perseguirne degli altri; ma negare l’Europa stessa, la sua vita, il calendario che scandisce i suoi giorni, la sua realtà e la sua verità, la sua tradizione e la sua storia. Il negazionismo dell’Unione europea è ancora più grave del negazionismo elevato a reato: perché non nega solo alcuni orrori, ma nega anche in positivo la storia, la provenienza, la vita europea. Del suo passato l’Unione resetta tutto”. Cancellare millenni di civiltà cristiana, millenni di natali e pasque, non significa solo negare gli orrori del comunismo e di altre tirannidi. Non solo. Cancellare la storia degli Ebrei in Abruzzo e in tante altre regioni italiane ed europee, è l’inizio di un nuovo abisso che la Storia prepara all’umanità pagana. Davvero, “che schifo”. A che serve l’Unione europea fuori dall’ambito economico? “Non è un soggetto politico che esprime posizioni unitarie, non ha un governo passato dal consenso del popolo europeo, la sua stessa unione non fu voluta o almeno ratificata da un referendum costitutivo del popolo sovrano. Non è un soggetto culturale e civile perché non fa nulla per affermare, difendere o valorizzare l’identità europea, anzi fa di tutto per negarla. Non ha una sua carta costituzionale dove declina le sue generalità storiche, le sue affinità ideali, i suoi principi, le sue provenienze civili e religiose. Non ha una sua politica estera unitaria o una strategia internazionale, e non si occupa di stragi dei cristiani, semmai si agita solo se c’è una donna condannata a morte per aver ucciso il marito in Iran”. Insomma, “l’Europa non è mai nata e ha paura pure della sua ombra. Esiste solo un sistema monetario unico, un sistema di dazi e di regole, di banche e di finanziamenti. È un ente economico, un istituto per il commercio”. Ci basta la Cee, la Comunità economica europea? Meglio tornare al Mercato europeo comune, almeno salveremo il salvabile. Perché gli USA e la Nato sono un ottimo ombrello difensivo. Ma se l’Europa è un non-morto che cammina e ci ostiniamo a tenerla in “vita artificiale”, che cosa potrà accadere? Che prima o poi, un nuovo dittatore tipo Stalin e Hitler, se faccia il suo strumento di potere. La Storia ce lo ha già mostrato”.
In mezzo a tanto orrore, il 2010 ha registrato anche un barlume di Paradiso. Papa Benedetto XVI ha ringraziato l’Italia per la difesa del crocifisso nelle scuole italiane. Lo ha fatto la mattina di venerdì 17 dicembre 2010, in Vaticano, nel Suo discorso col quale ha accolto le Lettere credenziali del nuovo ambasciatore dell’Italia nella Santa Sede, Francesco Maria Greco. Da Nord a Sud la nostra civiltà deriva da ciò che il Cristianesimo ha portato in tutta Europa: un immenso patrimonio culturale e storico-artistico fondante della nostra cultura. Senza il Cristianesimo oggi non avremmo ospedali e università. Senza l’opera dei monaci e dei frati mendicanti (agli amanuensi si deve la salvezza delle opere classiche ereditate dal mondo antico e conservate nelle biblioteche di monasteri, conventi e università d’Europa) oggi avremmo soltanto ruderi, paludi e zanzare da trasmettere ai posteri. Il Governo Berlusconi di Centrodestra si è battuto contro la decisione della Corte europea, in difesa del crocifisso come simbolo religioso di civiltà. Un’azione volta sia a contrastare ogni forma di imposizione e di prevaricazione che non è mai appartenuta alla nostra formazione sia a rivendicare con orgoglio la nostra educazione e identità nazionali.
Nel discorso sulla “libertà religiosa, via della pace” scritto per la 44ma Giornata Mondiale della Pace che si celebra il primo gennaio 2011, il Santo Padre, ricorda che l’avvio delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia “è occasione per una riflessione non solo di tipo commemorativo, ma anche di carattere progettuale, assai opportuna nella difficile fase storica attuale, nazionale ed internazionale. Sono lieto che anche i Pastori e le varie componenti della Comunità ecclesiale siano attivamente coinvolti nella rievocazione del processo di unificazione della Nazione iniziato nel 1861. Ora, uno degli aspetti più rilevanti di quel lungo, a volte faticoso e contrastato, cammino, che ha condotto all’odierna fisionomia dello Stato italiano è costituito dalla ricerca di una corretta distinzione e di giuste forme di collaborazione fra la comunità civile e quella religiosa, esigenza tanto più sentita in un Paese come l’Italia, la cui storia e cultura sono così profondamente segnate dalla Chiesa cattolica. Di qui l’importanza dei Patti del Laterano e dell’Accordo di Villa Madama, che fissano le coordinate di un giusto equilibrio di rapporti, del quale si avvantaggiano la Sede Apostolica così come lo Stato e la Chiesa in Italia. Infatti il Trattato Lateranense, configurando lo Stato della Città del Vaticano e prevedendo una serie di immunità personali e reali, ha posto le condizioni per assicurare al Pontefice e alla Santa Sede piena sovranità e indipendenza, a tutela della sua missione universale. A sua volta, l’Accordo di modifica del Concordato mira fondamentalmente a garantire il pieno esercizio della libertà religiosa, di quel diritto cioè, che è storicamente e oggettivamente il primo tra quelli fondamentali della persona umana. È perciò di grande importanza osservare e, allo stesso tempo, sviluppare la lettera e lo spirito di quegli Accordi e di quelli che ne sono derivati, ricordando che essi hanno garantito e possono ancora garantire una serena convivenza della società italiana”. Sulla libertà religiosa, il Papa afferma che “il retto esercizio e il corrispettivo riconoscimento di questo diritto consentono alla società di avvalersi delle risorse morali e della generosa attività dei credenti. Per questo non si può pensare di conseguire l’autentico progresso sociale, percorrendo la via dell’emarginazione o perfino del rifiuto esplicito del fattore religioso, come ai nostri tempi si tende a fare con varie modalità. Una di queste è, ad esempio, il tentativo di eliminare dai luoghi pubblici l’esposizione dei simboli religiosi, primo fra tutti il Crocifisso, che è certamente l’emblema per eccellenza della fede cristiana, ma che, allo stesso tempo, parla a tutti gli uomini di buona volontà e, come tale, non è fattore che discrimina. Desidero esprimere il mio apprezzamento al Governo italiano che a questo riguardo si è mosso in conformità a una corretta visione della laicità e alla luce della sua storia, cultura e tradizione, trovando in ciò il positivo sostegno anche di altre Nazioni europee. Nonostante gli insegnamenti della storia e l’impegno degli Stati, delle Organizzazioni internazionali a livello mondiale e locale, delle Organizzazioni non governative e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che ogni giorno si spendono per la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, nel mondo ancora oggi si registrano persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza basati sulla religione. In particolare, in Asia e in Africa le principali vittime sono i membri delle minoranze religiose, ai quali viene impedito di professare liberamente la propria religione o di cambiarla, attraverso l’intimidazione e la violazione dei diritti, delle libertà fondamentali e dei beni essenziali, giungendo fino alla privazione della libertà personale o della stessa vita. Vi sono poi forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini. Esse fomentano spesso l’odio e il pregiudizio e non sono coerenti con una visione serena ed equilibrata del pluralismo e della laicità delle istituzioni, senza contare che le nuove generazioni rischiano di non entrare in contatto con il prezioso patrimonio spirituale dei loro Paesi. La difesa della religione passa attraverso la difesa dei diritti e delle libertà delle comunità religiose. I leader delle grandi religioni del mondo e i responsabili delle Nazioni rinnovino, allora, l’impegno per la promozione e la tutela della libertà religiosa, in particolare per la difesa delle minoranze religiose, le quali non costituiscono una minaccia contro l’identità della maggioranza, ma sono al contrario un’opportunità per il dialogo e per il reciproco arricchimento culturale. La loro difesa rappresenta la maniera ideale per consolidare lo spirito di benevolenza, di apertura e di reciprocità con cui tutelare i diritti e le libertà fondamentali in tutte le aree e le regioni del mondo”.
Quanto detto per chiarezza, non per avallare persecuzioni e discriminazioni. Per distinguere semmai, da umili sentinelle che attendono l’aurora del mattino, tra il bene e il male nelle infinite sfumature dei grigi.
Nicola Facciolini
Andate a (far) vedere “il Viaggio del Veliero-Le Cronache di Narnia” al cinema. Anche sulla Terra abbiamo bisogno di Aslan. Onori al nostro fratello militare italiano caduto in Afghanistan.