Il Giappone ammette le sue colpe sul contrabbando di carne di balena

Per la prima volta l’Agenzia giapponese per la pesca, che gestisce la caccia “scientifica” alle balene nell’Oceano Antartico, ammette che suoi funzionari hanno accettato in regalo tagli pregiati di carne di balena. È una dura sconfitta per il vergognoso programma di caccia baleniera. Greenpeace ha cominciato a denunciare questo scandalo già nel 2008, quando due […]

Per la prima volta l’Agenzia giapponese per la pesca, che gestisce la caccia “scientifica” alle balene nell’Oceano Antartico, ammette che suoi funzionari hanno accettato in regalo tagli pregiati di carne di balena. È una dura sconfitta per il vergognoso programma di caccia baleniera.
Greenpeace ha cominciato a denunciare questo scandalo già nel 2008, quando due attivisti, Junichi e Toru, hanno intercettato due delle numerose casse contenenti carne di balena, destinate a membri dell’equipaggio delle baleniere per uso “privato”.
La carne di balena sottratta ai balenieri è stata mostrata ai media nel corso di una conferenza stampa e quindi consegnata alla magistratura che – ironia della sorte – ha deciso di non indagare sul contrabbando ma di processare invece gli attivisti di Greenpeace.
Nonostante gli appelli dei sostenitori di Greenpeace e di organizzazioni come Amnesty International, Junichi e Toru, noti come i “Tokyo Two”, sono stati condannati a un anno di reclusione con sospensione della pena per tre anni.
Oggi possiamo finalmente dire che il sacrificio dei “Tokyo Two” non è stato vano. Così come l’impegno di persone in tutto il mondo che appoggiano le campagne di Greenpeace.  Si continuerà a denunciare le pratiche corrotte che portano ogni anno al vergognoso massacro di centinaia di balene, in modo da renderne più vicina la fine.

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