Per la prima volta i disordini sociali in Tunisia sono arrivati alle porte della capitale, a un sobborgo operario distante 15 km dal centro, costringendo l’esercito a far sentire la sua presenza in appoggio della polizia. Le forze dell’ordine hanno affrontato lanci di pietre, incendi, saccheggi e manifestanti esasperati da disoccupazione e povertà al punto che si è registrato un nuovo suicidio di protesta. Diversi morti negli scontri degli ultimi giorni tra polizia e manifestanti, scesi in piazza soprattutto nell’area centro occidentale del Paese per chiedere il diritto in primo luogo al lavoro. Giovani diplomati e laureati pagano il costo umano di ciò che ha innescato le prime proteste. Ieri sera il ministro della comunicazione Samir Labidi ha convocato una conferenza stampa per dire che le vittime degli scontri nelle ultime 72 ore in Tunisia sono 21, bollando come ”totalmente falsi” bilanci che parlano di 40 o 50 morti con nuove segnalazioni di blogger anche nelle ultime ore (quattro vittime a Hayy Ezzouhour, non lontano dalla capitale).
Disordini sociali in Tunisia, si muove l’esercito
Per la prima volta i disordini sociali in Tunisia sono arrivati alle porte della capitale, a un sobborgo operario distante 15 km dal centro, costringendo l’esercito a far sentire la sua presenza in appoggio della polizia. Le forze dell’ordine hanno affrontato lanci di pietre, incendi, saccheggi e manifestanti esasperati da disoccupazione e povertà al punto […]
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